L'Ucraina sospende le trattative per l’accordo con l’Ue
Clamore e preoccupazione per la decisione dell’Ucraina di sospendere la preparazione
della firma dell'accordo di associazione con l’Ue, a una settimana dalla firma prevista.
Il governo di Kiev ha motivato questa scelta con la necessità di “rilanciare i rapporti
economici con la Russia”. L'associazione alla Ue è infatti al centro di una partita
tra Bruxelles, Mosca e Kiev, con la Russia che minaccia ritorsioni economiche per
condizionarne l’esito. Per un’analisi della vicenda, Marco Guerra ha intervistato
Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana ed esperto di
questioni dell’Est Europa:
R. - Sarebbe
sbagliato impostare la questione del mancato accordo tra Unione Europea e Ucraina
semplicemente come una questione di “politica politicata”. Intanto, ritengo che sia
stato un errore abbastanza grave da parte dell’Unione Europea porre come condizione
per l’associazione dell’Ucraina la liberazione della Timoshenko, perché la Timoshenko
è il simbolo di una stagione politica che non è quella attuale dell’Ucraina. Porre
questa precondizione sulla Timoshenko, significava in pratica squalificare in partenza
l’attuale regime ucraino. In secondo luogo, credo che non si debba sottostimare il
rapporto tra l’Ucraina e la Russia. La Russia recepisce il 23 per cento delle esportazioni
dell’Ucraina e contribuisce con il 20-21 per cento alle importazioni dell’Ucraina;
quindi c’è un legame economico molto solido, oltre a un legame culturale etnico perché
tutta la parte Est dell’Ucraina è in realtà costituita di popolazione russofona. Quindi,
secondo me, la partita è complicata e non è solo condizionata dal fatto che Putin
minacci o non minacci determinate ritorsioni.
D. - L’integrazione europea rimane
un obbiettivo del governo di Kiev, ma il rilancio delle relazioni con Mosca è una
priorità …
R. - Per l’Ucraina sarebbe un grande risultato collegarsi in qualche
modo all’Unione Europea, perché lo stesso ragionamento che si faceva prima si può
fare anche al contrario: tutta la parte Ovest dell’Ucraina è molto proiettata verso
l’Europa; anche dal punto di vista economico: è la parte più moderna del Paese. La
pulsione filoeuropea dell’Ucraina presto o tardi dovrà, in qualche modo, essere considerata
e soddisfatta proprio da parte dei dirigenti ucraini. Certamente questa è una partita
che non può pretendere di essere giocata senza la Russia. La Russia ha, a sua volta,
una partita aperta nei rapporti con l’Unione Europea: c’è tutta la questione delle
forniture energetiche … ci sono tanti discorsi complessi. L’Ucraina in questo momento
è un po’ il fulcro di tutti questi discorsi che non possono essere dipanati semplicemente
con un dialogo bilaterale.
D. - Quali mosse bisogna aspettarsi da parte di
Bruxelles? Resterà a guardare?
R. - Credo che questa partita non sia chiusa
qui. Non viviamo più in un mondo in cui possono essere universi separati. L’Unione
Europea ha bisogno di un corretto rapporto con la Russia, e la Russia non può immaginare
di "alienarsi la gallina dalle uova d’oro" quanto a commesse, e soprattutto forniture
per l’energia, che è appunto l’Unione Europea. L’Ucraina è in mezzo a questi due colossi
e dovrà trovare una maniera di convivere con entrambi. Questa è una partita a tre,
e come tutte le partite a tre è particolarmente complicata, ma non credo assolutamente
che quello che è successo abbia chiuso il discorso.