2013-11-22 14:22:04

Conferenza sul clima a Varsavia. Mons. Migliore: ambiente è questione di giustizia


“I cambiamenti climatici sono una questione di giustizia ed uguaglianza”: così mons. Celestino Migliore, nunzio apostolico in Polonia e capo delegazione della Santa Sede alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si chiude oggi a Varsavia. Nel suo intervento, mons. Migliore ha sottolineato la necessità di un’azione immediata e comunitaria per una revisione “profonda e lungimirante dell’attuale modello di sviluppo, in modo da correggerne disfunzioni e deviazioni”. Un’azione necessaria, ha aggiunto il presule, non solo dal punto di vista ecologico ed energetico, ma anche a causa dello “scandalo della fame e della povertà estrema”. Di qui, l’accento posto da mons. Migliore sul “rispetto della dignità di ogni persona umana”, così come su determinati principi etici: la promozione del bene comune, l’attenzione e la tutela dei poveri e dei giovani, lo sviluppo di un autentico spirito di solidarietà.

In questo mondo, ha detto ancora il rappresentante della Santa Sede, “basandosi sulla centralità della persona umana, la giustizia sociale e l’equità”, sarà possibile “sviluppare politiche adeguate a tutti i livelli”, affinché “l’equità sia la pietra miliare di ogni accordo”. Mons. Migliore ha poi ricordato alcune soluzioni pratiche da attuare concretamente, tra cui la protezione dello stato dell’ozono e la differenziazione degli standard per i Paesi sviluppati e per quelli in via di sviluppo, da assistere anche finanziariamente. Tuttavia, evidenziando come “le soluzioni tecniche siano necessarie, ma non sufficienti”, il presule ha richiamato l’importanza dell’informazione e dell’educazione, insieme alla “salvaguardia delle condizioni morali per un’autentica ecologia umana”. “La tutela del Creato e dell’educazione – ha detto mons. Migliore – sono indissolubilmente legate a un approccio etico nei confronti dell’economia e dello sviluppo sostenibile”. Quindi, il nunzio apostolico ha concluso il suo intervento sottolineando che “i cambiamenti climatici comportano una responsabilità comune nei confronti dell’intera famiglia umana, specialmente verso i poveri ed i giovani”.

La Conferenza di Varsavia avrebbe dovuto contribuire al raggiungimento, nel 2015, di un accordo globale sulla riduzione delle emissioni di gas serra. Ma i veti incrociati dei Paesi ricchi e delle nazioni più povere ha portato ad uno stallo. Per questo, giovedì sei Ong – Greenpeace, Oxfam, Action Aid,Confederazione internazionale sindacati e Amici della Terra – hanno abbandonato la Conferenza prima della sua conclusione, in segno di protesta. (A cura di Isabella Piro)







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