Il Vertice di ieri a Pechino ha riavvicinato Unione europea a Repubblica popolare
cinese con iniziative di ampio respiro economico. Un nuovo rapporto in cui giocano
positivamente le iniziative cinesi su diritti umani e giustizia. Il servizio di Stefano
Vecchia:
Un piano che
si estende dall'industria aerospaziale alla lotta alla pirateria, dall'urbanizzazione
all'energia. A scandirlo, quello che Li ha definito una “roadmap per la cooperazione”
tra i due colossi politico-economici. A conferma della volontà e anche della necessità
di rapporti più intensi ma meglio definiti, ieri Unione Europea e Repubblica popolare
cinese hanno avviato a Pechino il cammino verso un accordo di libero scambio e un
incremento degli investimenti bilaterali con l'obiettivo del miliardo di dollari alla
fine di questo decennio. Non estraneo al nuovo clima di dialogo è la prospettiva meno
repressiva di Pechino. Ieri, la Corte suprema cinese ha deciso di negare validità
alle confessioni estorte con una qualche forma di tortura. Contemporaneamente, la
Corte ha chiesto che i casi che potrebbero portare alla condanna a morte degli imputati
siano affidati esclusivamente ai giudici esperti e le sentenze emesse solo in base
a prove adeguate e non più a semplici testimonianze. Decisioni che seguono di pochi
giorni l'impegno governativo a ridurre il numero dei reati che oggi richiedono la
pena capitale e anche di chiudere entro il 2020 i famigerati campi di lavoro.