2013-11-21 15:36:42

Filippine: la Chiesa in prima linea negli aiuti alla popolazione colpita da Hayan


È ancora molto grave l’emergenza nelle Filippine dove, secondo l’ultima stima del National Disaster Risk Reduction and Management Council, il tifone Hayan ha colpito almeno 10 milioni di persone, di cui 5mila in modo letale. Ci sono, inoltre, almeno 400mila persone senza casa ospitate nei centri per sfollati e oltre quattro milioni, invece, che hanno trovato rifugio presso amici e parenti. Tra le testimonianze che arrivano all’agenzia Fides c’è quella, toccante, di una religiosa delle Missionaries of Hope a Cebu, suor Mary Joaquim, che racconta come la Chiesa tutta si sia mobilitata e come sia confortante vedere tanti interventi di solidarietà. Al tempo stesso, però, denuncia gli sprechi dei “mezzi di soccorso carichi di aiuti distribuiti solo per metà” e la difficile situazione di alcuni posti, come la periferia di Tacloban, dove vivono almeno 9.500 famiglie ancora isolate. Secondo la suora, che invita tutti a pregare per la popolazione filippina, “occorre valorizzare maggiormente la presenza delle congregazioni religiose maschili e femminili che vivono nei territori in cui si verificano le emergenze. "Credo, afferma, che soprattutto i religiosi, con il loro voto di povertà e la loro dedizione a Cristo, raggiungerebbero in modo più efficace i più bisognosi e li aiuterebbero a far fronte alle tante difficoltà”. Un esempio virtuoso di quanto espresso dalla religiosa, si sta verificando in alcune aree remote come la cittadina di San Remigio nell’isola di Bantayan, dove una delegazione della Comunità di Sant’Egidio proveniente da Hong Kong unitamente con alcuni membri residenti a Cebu, ha portato tre camion di cibo e acqua potabile che sono stati consegnati al parroco locale. “Quello che colpisce – ha raccontato a Fides don Paolo Cristiano, sacerdote della Sant'Egidio che segue le realtà asiatiche – sono la dignità e la compostezza del popolo filippino nell’affrontare questo dramma”. A San Remigio su 11.500 abitanti il 90% è rimasto senza casa e la chiesa di San Juan Nepomuceno è andata distrutta. “Il nostro obiettivo è dare un segno tangibile di solidarietà – ha aggiunto il sacerdote – ma è necessario anche dare sostegno con la preghiera”. (R.B.)

Ultimo aggiornamento: 23 novembre







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