Udienza generale. Il Papa: la Chiesa è serva del ministero della misericordia
“Dio non si stanca mai di perdonarci; mediante il ministero del sacerdote ci stringe
in un nuovo abbraccio che ci rigenera e ci permette di rialzarci e riprendere di nuovo
il cammino”. E’ quanto ha affermato Papa Francesco durante l’udienza generale, in
piazza San Pietro, incentrando la catechesi – come mercoledì scorso – sul tema della
remissione dei peccati. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Lo Spirito Santo
è fonte di pace, di gioia ed è anche sorgente per la remissione dei peccati. Le piaghe
di Gesù – ha detto il Papa – sono “ferite che rappresentano il prezzo della nostra
salvezza”, di una vita nuova, rigenerata dal perdono:
“Lo Spirito Santo
ci porta il perdono di Dio passando attraverso le piaghe di Gesù. Queste piaghe che
Lui ha voluto conservare. Anche in questo momento, nel cielo, Lui fa vedere al Padre
le piaghe con le quali ci ha riscattati. E per la forza di queste piaghe i nostri
peccati sono perdonati”.
Gesù dà agli Apostoli “il potere di perdonare
i peccati”. La Chiesa – ha aggiunto Papa Francesco – è “depositaria del potere delle
chiavi”, un simbolo biblico della missione data da Gesù:
“Dio perdona ogni
uomo nella sua sovrana misericordia, ma Lui stesso ha voluto che quanti appartengono
a Cristo e alla sua Chiesa, ricevano il perdono mediante i ministri della Comunità”.
Attraverso
il ministero apostolico, il cristiano sperimenta la misericordia di Dio e il perdono
delle colpe. “La Chiesa, che è santa e insieme bisognosa di penitenza – ha spiegato
il Pontefice – accompagna il nostro cammino di conversione per tutta la vita”:
“La
Chiesa non è padrona del potere delle chiavi: non è padrona, ma è serva del ministero
della misericordia e si rallegra tutte le volte che può offrire questo dono divino”.
Ma
tante persone oggi non capiscono “la dimensione ecclesiale del perdono, perché domina
l’individualismo, il soggettivismo”. E anche noi cristiani, ne risentiamo:
“Dio
perdona ogni peccatore pentito, personalmente, ma il cristiano è legato a Cristo,
e Cristo è unito alla Chiesa. E per noi cristiani c’è un dono in più, c’è anche un
impegno in più: passare umilmente attraverso il ministero ecclesiale”.
Il
cristiano non si deve stancare di chiedere perdono. Il Sacramento della Riconciliazione
è il momento della sicurezza del perdono:
“E’ Dio che perdona e io sono
sicuro, in quel momento, che Dio mi ha perdonato. E questo è bello! Questo è avere
la sicurezza di quello che noi diciamo sempre: Dio sempre ci perdona! Non si stanca
di perdonare!. Noi dobbiamo non stancarci di andare a chiedere perdono”.
I
sentimenti di vergogna, che possono accompagnare la confessione non possono tramutarsi
in un impedimento che allontana il penitente dalla riconciliazione:
“Le
nostre mamme, le nostre donne dicevano che è meglio diventare una volta rosso e non
mille volte giallo, eh! Eh, tu diventi rosso una volta, ti perdona i peccati e avanti”.
Il
sacerdote è lo “strumento per il perdono dei peccati”, un uomo che come noi “ha bisogno
di misericordia”. E' uno strumento di misericordia, donando l’amore di Dio Padre.
Tutti – ha detto il Papa – siamo peccatori:
“Anche i sacerdoti devono confessarsi,
anche i vescovi: tutti siamo peccatori. Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni,
perché il Papa anche è un peccatore! E il confessore sente le cose che io gli dico,
mi consiglia e mi perdona, perché tutti abbiamo bisogno di questo perdono”.
Ricordando
che a volte capita di sentire “qualcuno che sostiene di confessarsi direttamente con
Dio”, il Santo Padre ha poi aggiunto:
“Sì, Dio ti ascolta sempre, ma nel
sacramento della Riconciliazione manda un fratello a portarti il perdono, la sicurezza
del perdono a nome della Chiesa”.
Il servizio che il sacerdote presta come
ministro, da parte di Dio, per perdonare i peccati è molto delicato...
“...ed
esige che il suo cuore sia in pace; che il sacerdote abbia il cuore in pace, che non
maltratti i fedeli, ma che sia mite, benevolo e misericordioso; che sappia seminare
speranza nei cuori e, soprattutto, sia consapevole che il fratello o la sorella che
si accosta al sacramento della Riconciliazione cerca il perdono e lo fa come si accostavano
tante persone a Gesù perché le guarisse”.
Quindi, il Santo Padre ha spiegato:
“Il
sacerdote che non abbia questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si
corregga, non amministri questo Sacramento. I fedeli penitenti hanno dovere? No! Hanno
il diritto! Noi abbiamo il diritto, tutti i fedeli, di trovare nei sacerdoti dei servitori
del perdono di Dio”.
Papa Francesco ha infine rivolto cruciali domande
al cuore di ogni cristiano:
“Cari fratelli, come membri della Chiesa - domando
- siamo consapevoli di della bellezza di questo dono che ci offre Dio stesso? Sentiamo
la gioia di questa cura, di questa attenzione materna che la Chiesa ha verso di noi?
Sappiamo valorizzarla con semplicità?”.
Dio, ha concluso, non si stanca
mai di perdonarci.