Premio Sakarov. Il Presidente del parlamento Schultz: "Malala icona globale dei diritti"
“Il 2013 segna i 25 anni di difesa e promozione dei diritti dell’uomo attraverso il
Premio Sakharov. Nel corso degli anni abbiamo riconosciuto e sostenuto la lotta di
singoli individui e organizzazioni che, con coraggio, hanno preso posizione contro
il razzismo e la repressione, la guerra e il terrorismo, la repressione, la prigione
e la tortura, in difesa dei propri diritti e di quelli altrui”. Martin Schulz, presidente
del Parlamento europeo - riferisce l'agenzia Sir - così ha accolto in emiciclo a Strasburgo,
Malala Yousafzai, 16enne pachistana che si batte per l’istruzione femminile nel suo
Paese, cui è stato assegnato oggi il riconoscimento 2013. Davanti a loro erano seduti
una ventina di personalità, premiate negli scorsi anni, che hanno difeso e difendono
la libertà di parola, i diritti umani, la democrazia in tutti i continenti. All’ingresso
di Malala tutti gli eurodeputati si sono alzati in piedi e le hanno rivolto un lungo
applauso. Lo stesso tributo è stato riconosciuto ai premiati delle edizioni precedenti.
Schulz ha parlato di Malala come di “una giovane donna eroica”, una “icona globale”,
sopravvissuta a un attentato, costretta a vivere lontano dal suo Paese perché minacciata
di morte dai talebani. “Malala ha portato la sua battaglia al di là delle frontiere,
battendosi per dare istruzione alle ragazze e alle donne di tutto il mondo”. “Milioni
di bambini nel mondo in questo stesso momento - ha detto Malala nel suo intervento
- vivono nella fame, non hanno istruzione, vengono sfruttati. Questo dovrebbe scuotere
le nostre coscienze. È difficile immaginare un mondo senza istruzione”, sottolinea
ancora Malala, scampata a un attentato dei talebani e ora costretta a vivere nel Regno
Unito, da dove prosegue la sua battaglia per i diritti. Si presenta all’Euroassemblea
con un copricapo tradizionale arancione e prende la parola per ricordare che nel suo
“Paese le bambine non hanno accesso alla scuola, subiscono violenze e abusi di ogni
tipo, sono costrette a vivere tra le quattro mura di casa, senza parola, senza diritti.
Obbligate a matrimoni precoci. Eppure c’è speranza. Nel mio Paese - aggiunge - ci
sono guerra e terrorismo, eppure c’è speranza Nel mondo c’è povertà, ma c’è speranza.
C’è speranza perché siete qui, siamo qui, insieme, a denunciare queste ingiustizie
e perché ci batteremo insieme, per aiutare queste bambine, questi ragazzi. Dobbiamo
intraprendere azioni per aiutarli”. (R.P.)