Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia: appello alle istituzioni di Telefono
Azzurro
150 milioni di bambini di strada e circa 223 milioni di vittime di abusi sessuali
in tutto il mondo. Sono i dati diffusi da varie Ong in occasione della Giornata mondiale
dei diritti dell'infanzia. Almeno 18 mila coloro che muoiono sotto i cinque anni,
senza contare i bambini malnutriti e abbandonati. Ma di diritti violati, leggi non
applicate e abusi si compone anche lo scenario disegnato da Telefono Azzurro riguardo
ai minori in Italia. Per questo, l'Associazione rivolge alle istituzioni un Sos declinato
in 14 punti che sono altrettante richieste: dal sostegno alle famiglie più povere,
alle risorse per contrastare bullismo e gioco d'azzardo, alla cittadinanza per i figli
degli immigrati nati in Italia. Ma qual è l'obiettivo generale di questo appello?
Adriana Masotti lo ha chiesto a Ernesto Caffo, presidente di Telefono
Azzurro:
R. – L’obiettivo
è quello di far sì che alcuni punti della Convenzione Onu dei diritti dell’infanzia,
siglata nel 1989, vengano realizzati partendo dal fatto che abbiamo una società in
forte cambiamento. L’emigrazione richiede risposte precise. Il tema legato alle nuove
tecnologie chiede una serie di riflessioni che partano dalla formazione degli adulti,
ma diano anche maggiori tutele ai ragazzi, anche attraverso strumenti già esistenti
come la Commissione media e minori, così come da tavoli che possono diventare ancora
più efficaci in futuro. D’altra parte, esistono situazioni come quella della violenza
sui bambini che richiedono risposte, come anche il trattamento delle vittime, o con
interventi di aiuto nei casi di bullismo. E allora, tutte queste risposte possono
esserci. Basta l’impegno di tutti.
D. – Lei ha già toccato alcuni punti: potrei
aggiungere dal vostro elenco, il rifinanziamento del fondo per gli asili nido, la
cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, anche un sistema di allerta
in caso di scomparsa dei minori… Ma di cosa hanno bisogno, i bambini e gli adolescenti,
oggi, in Italia?
R. – Sicuramente, di un grande ascolto da parte dei genitori,
da una parte, perché gli adulti non possono nascondersi dietro al fatto che i ragazzi
stanno crescendo troppo precocemente nel mondo della Rete: devono essere presenti
anche nell’aiutarli a evitare i rischi che purtroppo ci sono attorno a loro. Dall’altra
parte, occorre che ci sia anche una consapevolezza da parte di istituzioni, come la
scuola e la giustizia, che diano strumenti ai ragazzi per poter crescere in modo pieno.
Questo vuol dire dare loro una scuola che sia in qualche modo funzionale, efficace,
che prevenga situazioni di disagio e, ovviamente, costruire una rete di solidarietà
attorno alle famiglie, per cui i bambini si sentano protetti ed aiutati e possano
crescere in un mondo più adeguato ai loro bisogni.
D. – Però, per fare tutto
questo ci vogliono anche delle risorse, e voi – appunto – dite che questa Legge di
stabilità prevede di tagliare il 30% dei fondi per l’infanzia e l’adolescenza…
R.
– Non solo. In tutti i capitoli che riguardano i bambini c’è stato un taglio e questo
perché purtroppo i bambini non votano, non sono presenti nelle aule parlamentari,
ma non sono presenti neanche nelle lobby che circondano il parlamento. E credo
che questo aspetto vada rilevato. Non possiamo caricare sui bambini il debito del
passato, le colpe di errori fatti dalla politica – e non solo… Dobbiamo far sì che
i bambini possano avere la speranza di crescere in una società in cui, di fatto, ci
siano maggiori opportunità di sviluppare le loro capacità. E questo richiede sicuramente
da parte di tutti un’attenzione a non tagliare nulla ma, anzi, a investire di più
sui bambini e sugli adolescenti, anche tagliando da altre parti meno importanti che
magari riguardano gli adulti, spesso già abbastanza garantiti.
D. – Accanto
alle istituzioni, c’è il vostro impegno da anni, ormai: ce le fate ad andare avanti?
R.
– Sicuramente, i tagli che abbiamo subito per l’emergenza infanzia, che noi gestiamo
per la Presidenza del consiglio, sono stati drammatici: il taglio della metà del contributo
per il 114, il taglio di tutte le risorse per i Centri che noi abbiamo in varie parti
d’Italia per il trattamento delle vittime di abuso sessuale … Tutti questi sono segnali
di un disinteresse e credo che non possiamo, con la scusa di una crisi economica,
ridurre le risposte ai ragazzi che sono i primi ad averne bisogno. Credo che dobbiamo
fare un grande salto di qualità, investire di più invece in questi ambiti. E credo
che questo sia il motivo per cui abbiamo chiesto ai ragazzi stessi di alzare la loro
voce affinché il Parlamento li ascolti, dando quindi maggiore attenzione a questi
problemi che sono quelli che i ragazzi vivono ogni giorno, e che richiedono quindi
da parte di tutti grande attenzione.