Venezuela: dichiarazione dei vescovi contro corruzione ed usura
La Conferenza episcopale venezuelana (Cev) ha pubblicato domenica scorsa una dichiarazione
in cui analizza la situazione economica del Paese e osserva che questa "deve essere
affrontata in primo luogo dalle autorità pubbliche, in accordo con gli imprenditori,
i commercianti e le istituzioni. Dovrebbe crearsi un clima di fiducia per consentire
la riattivazione della produzione e la crescita socio-economica per il bene della
comunità, specialmente per i poveri e i più vulnerabili". Il pronunciamento dei vescovi
segue una serie di misure economiche adottate dal governo venezuelano e la riflessione
di Papa Francesco, che pochi giorni fa ha parlato della corruzione: “Dà ai figli pane
sporco chi è devoto della dea tangente. Guadagni frutto di tangenti e corruzione,
che sono come la droga, magari si comincia con una bustarella. E allora bisogna pregare
per questi giovani, che hanno fame di dignità, mentre il lavoro disonesto, questa
dignità cercata, la toglie” (omelia dell’8 novembre 2013). Il testo riflette la preoccupazione
del clero e dell’episcopato venezuelano, che mette in guardia anche dall'euforia di
un gran numero di persone che "credono che con l'acquisto di qualche elettrodomestico
abbiano risolto i più importanti problemi che li affliggono". La nota della Cev condanna
l'usura, la corruzione e la speculazione, qualunque sia la loro origine, e sottolinea
la "necessità di una lotta permanente” contro queste realtà, fornendo il suo contributo
per promuovere "migliori relazioni tra i diversi settori della società". Infine, la
dichiarazione invita i venezuelani alla preghiera per la pace sociale e politica del
Paese. (R.P.)