Filippine. Allarme dei vescovi: rischio corruzione sugli aiuti alle vittime del tifone
Il diffuso problema della corruzione nelle Filippine rischia di inquinare e rallentare
le donazioni per le vittime del Tifone Hayian: “Il flusso di denaro che arriva nelle
Filippine può costituire una ghiotta occasione per i corrotti. Per questo le nuove
tecnologie come i social network possono essere strumenti da mettere a servizio della
trasparenza e del monitoraggio degli aiuti”, dice all’agenzia Fides padre Francis
Lucas, segretario esecutivo della “Commissione per le Comunicazioni Sociali” nella
Conferenza episcopale delle Filippine. Padre Lucas ricorda che “la corruzione è endemica
nel Paese e che i fondi per le vittime del tifone possono essere una fonte che la
alimenta”. D’altronde, negli ultimi mesi la nazione ha dibattuto la questione del
“Pork barrell”, il contributo che lo Stato dà ai parlamentari per promuovere sviluppo
nelle regioni, spesso fatto oggetto di pesante malversazione. E proprio un giorno
prima del tifone Hayian, il 7 novembre, la nazione intera ha seguito il caso dell’imprenditrice
Janet Lim-Napoles, accusata di aver architettato un piano per saccheggiare milioni
di dollari di fondi pubblici, destinati a progetti per alleviare la povertà. La corruzione
è un problema che nasce dopo ogni catastrofe naturale. Gran parte dell’assistenza
nella fase iniziale di aiuti post-disastri è sotto forma di cibo, acqua e altri rifornimenti.
Più ricca di opportunità per la corruzione è la fase della ricostruzione, quando girano
somme ingenti di denaro. La magistratura filippina, infatti, sta indagando sul caso
di 20,7 milioni dollari di fondi governativi distratti da funzionari corrotti, al
tempo della tempesta che colpì nel 2009 il nord dell’isola di Luzon. Il governo del
presidente Benigno Aquino jr, ha fatto della lotta alla corruzione una priorità: per
questo ha annunciato la creazione di un sito web chiamato “Tranparency Hub” per monitorare
i fondi forniti da donatori stranieri per le vittime del tifone Hayan. Attualmente,
oltre 270 milioni di dollari di aiuti stranieri sono stati donati per aiutare le vittime
del tifone dell’8 novembre, che ha ucciso, secondo gli ultimi bilanci, oltre 4.000
persone e lasciato quasi 1.600 dispersi. Gli sfollati sono circa 4 milioni. La Chiesa
filippina da sempre denuncia la corruzione come cancro del paese. Il Card. Antonio
Tagle l’ha definita “un pugnale puntato verso i nostri cuori” e i vescovi hanno dedicato
al tema diversi messaggi negli ultimi anni. In un recente intervento, il Presidente
della Conferenza episcopale delle Filippine, mons. Socrates Villegas, ha ribadito
che “il problema non è solo la corruzione dei funzionari governativi, ma la moralità”,
invitando tutta la popolazione a “un sussulto di etica, di credibilità e di integrità
morale, basato sul Vangelo”. Nell’ultimo rapporto globale sulla corruzione, l’Ong
“Transparency International” pone le Filippine al 105° posto nella classifica in cui
il Paese più corrotto è al 176° posto. (R.P.)