2013-11-19 14:05:57

Conferenza Operatori Sanitari. Mons. Zimowski: aiuto ai malati di Alzheimer, no all'eutanasia


“La Chiesa al servizio della persona anziana malata: la cura delle persone affette da patologie neurodegenerative”. E’ questo il tema della 28.ma Conferenza internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, al via domani. Evento culminante dell’assise, l’udienza di Papa Francesco ai partecipanti, sabato mattina in Aula Paolo VI. La Conferenza che vedrà la partecipazione di 700 persone di 57 Paesi - tra medici, ricercatori, volontari e personalità ecclesiali - è stata presentata ieri in Sala Stampa Vaticana. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Sono 35 milioni le persone al mondo che soffrono di Alzheimer e ogni anno si registrano quasi 8 milioni di nuovi casi. Il presidente del dicastero per gli Operatori Sanitari, mons. Zygmunt Zimowski, ha iniziato il suo intervento indicando proprio l’ampiezza di questa patologia terribile, la più diffusa tra le forme di demenza senile. E subito ha affermato che, come più volte ribadito da Papa Francesco, bisogna agire per una società più inclusiva nella quale anche i più deboli siano rispettati e valorizzati:

“Impegnarsi sempre in favore della vita e affinché chi non è considerato economicamente ‘produttivo’, 'conveniente', non venga emarginato o addirittura soppresso, come dimostrato dall’elevato numero di aborti e dall’apparente diffondersi dell’eutanasia”.

Quindi, soffermandosi sulla pastorale in questo campo, ha sottolineato che “evangelizzare la vecchiaia significa scoprire le sue interne e originali possibilità” come anche i suoi valori:

“Mediante la solidarietà tra giovani e anziani, si comprende come la Chiesa sia effettivamente famiglia di tutte le generazioni, in cui ognuno deve sentirsi a casa e dove non regna la logica del profitto e dell’avere, ma quella della gratuità e dell’amore. Quando la vita diventa fragile, negli anni della vecchiaia, non perde mai il suo valore e la sua dignità”.

E’ dunque necessario, ha proseguito mons. Zimowski, “in primo luogo continuare a coinvolgere le persone anziane nella vita e nella missione della Chiesa”. Dobbiamo, ha detto ancora, “promuovere l’amore e la comprensione verso l’anziano sin dal nucleo familiare” e “respingere con fermezza ogni forma di eutanasia delle persone anziane”. Dal canto suo, il sottosegretario del dicastero, mons. Mupendawatu, ha informato che oltre alla Conferenza ci saranno anche altri due importanti eventi: la riunione del Consiglio direttivo del nuovo Comitato Internazionale delle Istituzioni Sanitarie Cattoliche e un incontro dedicato al Progetto “Africae Munus”. Infine, alla Conferenza verrà anche presentato un Sussidio dedicato alla “Pastorale sanitaria e la nuova evangelizzazione per la trasmissione della Fede”. Alla Conferenza è intervenuta anche la dott.ssa Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, che ha dato la sua toccante testimonianza di figlia di una malata di Alzheimer, morta in anni in cui questa patologia era a mala pena diagnosticata. Quindi, ha denunciato che ancora oggi i malati di Alzheimer non trovano un’attenzione adeguata da parte delle Istituzioni:

“C’è un fatto: contano molto poco, perché non rendono sia economicamente, sia in termini di voti. Ma sono malati, sono persone con una dignità, con una storia”.

Proprio per contrastare questa situazione, ha aggiunto, è nata la Federazione impegnata a dare assistenza, in diversi modi, in particolare alle famiglie attraverso un “telefono verde”, consulenze, formazione e ora anche una “App” per smartphone. E proprio sul ruolo cruciale della famiglia nella cura dei malati di Alzheimer si è soffermato il dott. Gabriele Carbone, tra i massimi esperti della patologia in Italia:

“E’ una malattia che, a pieno titolo, può essere definita una ‘malattia familiare’. A tutti gli effetti, la famiglia è il luogo ideale di cura per questi malati: malati che perdono le capacità cognitive e che spostati al di fuori del proprio ambiente, è immaginabile come possano peggiorare”.

Ecco perché, ha osservato il dott. Carbone, bisogna sostenere concretamente le famiglie con malati di Alzheimer, affinché non si sentano isolate e abbandonate a se stesse.

Ultimo aggiornamento: 20 novembre







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