Tifone Haiyan: 28 morti in Vietnam. Nelle Filippine ieri giornata di preghiera per
le vittime
Il maltempo continua a mietere vittime in Estremo Oriente. Colpito ieri il Vietnam,
dove le inondazioni hanno causato oltre 30 morti e 80 mila sfollati. Intanto, nelle
Filippine si allevia la drammatica situazione dei sopravvissuti al passaggio del tifone
Haiyan, che ha causato almeno 4 mila morti e 13 mila feriti. La macchina dei soccorsi
comincia a funzionare, ma sono ancora molte le zone irraggiungibili. E ieri nel Paese
è stata una giornata di raccoglimento e preghiera per le vittime della catastrofe.
Il servizio è di Stefano Vecchia:
Nelle cattoliche
Filippine, ieri è stata anche giornata di preghiera per le vittime e per un rapido
superamento dell'emergenza. Di particolare significato le sante messe la cattedrale
di Palo, scoperchiata dal vento, e nella chiesa di Santo Niño a Tacloban trasformata
in precario centro di raccolta per i bisognosi. Anch'esse, come le altre chiese dell'arcipelago
da sempre al centro della vita sociale, oggi ancor più simbolo della fede e della
solidarietà incrollabili dei filippini. L'emergenza principale resta quella della
scarsità di acqua potabile, seguita da quella sanitaria provocata dai troppi cadaveri
ancora sotto le macerie o abbandonati all'aperto. Le piogge aggravano la situazione
dei 600mila senzatetto per fonti ufficiali che salgono a 900mila secondo dati Onu,
solo in parte ospitati nei campi di raccolta governativi. Ancora per dati ufficiali,
sono saliti a 3.974 i morti accertati, 12.544 i feriti, 1.186 i dispersi. Da ieri
nelle aree colpite si trova anche il presidente Benigno Aquino III. Sottoposto a critiche
all'interno e fuori per l'inadeguatezza dei soccorsi, il presidente ha deciso di restare
fin a quando non verificherà con certezza un miglioramento della situazione. Al suo
arrivo a Tacloban, Aquino ha confermato che nonostante lo sforzo di agenzie governative,
forze armate e volontari e nonostante l'impegno della comunità internazionale valutato
finora in 248 milioni di dollari, quanto concretizzato non è abbastanza per andare
incontro alle immense necessità dell'emergenza. Cibo, acqua potabile, ripari provvisori
e medicinali restano irraggiungibili per troppi disastrati e l'elettricità – indispensabile
per riattivare le comunicazioni e accelerare i soccorsi – è disponibile soltanto in
poche aree.