2013-11-18 07:56:09

Tifone Haiyan: 28 morti in Vietnam. Nelle Filippine ieri giornata di preghiera per le vittime


Il maltempo continua a mietere vittime in Estremo Oriente. Colpito ieri il Vietnam, dove le inondazioni hanno causato oltre 30 morti e 80 mila sfollati. Intanto, nelle Filippine si allevia la drammatica situazione dei sopravvissuti al passaggio del tifone Haiyan, che ha causato almeno 4 mila morti e 13 mila feriti. La macchina dei soccorsi comincia a funzionare, ma sono ancora molte le zone irraggiungibili. E ieri nel Paese è stata una giornata di raccoglimento e preghiera per le vittime della catastrofe. Il servizio è di Stefano Vecchia:RealAudioMP3

Nelle cattoliche Filippine, ieri è stata anche giornata di preghiera per le vittime e per un rapido superamento dell'emergenza. Di particolare significato le sante messe la cattedrale di Palo, scoperchiata dal vento, e nella chiesa di Santo Niño a Tacloban trasformata in precario centro di raccolta per i bisognosi. Anch'esse, come le altre chiese dell'arcipelago da sempre al centro della vita sociale, oggi ancor più simbolo della fede e della solidarietà incrollabili dei filippini. L'emergenza principale resta quella della scarsità di acqua potabile, seguita da quella sanitaria provocata dai troppi cadaveri ancora sotto le macerie o abbandonati all'aperto. Le piogge aggravano la situazione dei 600mila senzatetto per fonti ufficiali che salgono a 900mila secondo dati Onu, solo in parte ospitati nei campi di raccolta governativi. Ancora per dati ufficiali, sono saliti a 3.974 i morti accertati, 12.544 i feriti, 1.186 i dispersi. Da ieri nelle aree colpite si trova anche il presidente Benigno Aquino III. Sottoposto a critiche all'interno e fuori per l'inadeguatezza dei soccorsi, il presidente ha deciso di restare fin a quando non verificherà con certezza un miglioramento della situazione. Al suo arrivo a Tacloban, Aquino ha confermato che nonostante lo sforzo di agenzie governative, forze armate e volontari e nonostante l'impegno della comunità internazionale valutato finora in 248 milioni di dollari, quanto concretizzato non è abbastanza per andare incontro alle immense necessità dell'emergenza. Cibo, acqua potabile, ripari provvisori e medicinali restano irraggiungibili per troppi disastrati e l'elettricità – indispensabile per riattivare le comunicazioni e accelerare i soccorsi – è disponibile soltanto in poche aree.







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