2013-11-18 14:30:49

Istituito dal dicastero dei Migranti un fondo in aiuto dei marittimi delle Filippine


Un fondo speciale per finanziare progetti di ricostruzione a lungo termine nelle Filippine, per il post tifone Hayian. A istituirlo è stato il Pontifico Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, responsabile dell’Apostolato del Mare, con una donazione inziale di 10 mila dollari. Il fondo aiuterà la gente di mare delle aree colpite a ritornare a una vita normale. Fabio Colagrande ha chiesto al cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del dicastero vaticano, come sia nata questa iniziativa:RealAudioMP3

R. – L’Apostolato del Mare non è nuovo a queste iniziative. Nel corso di questi anni, abbiamo promosso una prima colletta internazionale subito dopo lo spaventoso tsunami che colpì una vasta area dell’Asia nel 2004. Successivamente, ci siamo attivati, nel 2011, a seguito del terremoto e del conseguente tsunami che si sono abbattuti sul Giappone. In queste settimane, un altro terremoto e poco dopo un terribile tifone hanno duramente provato le Filippine. Appena ci siamo resi conto dell’immensità della tragedia, ci siamo mobilitati, stimolati anche da diversi Centri dell’Apostolato del Mare nel mondo, che ci hanno chiesto come poter intervenire. Fra tutti i solleciti che abbiamo ricevuto, ci ha commosso soprattutto quello dei pescatori del Giappone, che due anni fa avevano ricevuto i sussidi dell’Apostolato del Mare e ora ci hanno espresso il desiderio di portare a loro volta soccorso ai pescatori Filippini.

D. – Molti filippini che lavorano come marittimi si trovavano lontani dai loro cari quando il tifone Hayan ha sconvolto l’arcipelago asiatico. Quale assistenza particolare hanno ricevuto?

R. – Sono state molte le iniziative messe in atto dai diversi Centri dell’Apostolato del Mare. Sono state organizzate veglie di preghiera e celebrate Sante Messe di suffragio per le vittime. Supporto psicologico è stato dato a coloro che venivano dalle zone colpite e sono state distribuite gratuitamente carte telefoniche e dato accesso gratuito ad Internet. Da segnalare la sensibilità dimostrata dalla Compagnia di crociere "Carnival" che ha chiesto all’Apostolato del Mare di inviare cappellani cattolici su alcune delle sue navi per offrire aiuto e sostegno agli equipaggi formati per la maggioranza da marittimi filippini cattolici.

D. – Quali progetti saranno finanziati da questo fondo?

R. – Il nostro intento è quello di intervenire non appena sarà terminata la fase iniziale dell’emergenza. Punteremo su progetti di ricostruzione del tessuto sociale, fornendo anche aiuto materiale alla gente del mare. Come per le calamità precedenti, ci siamo messi in contatto con i cappellani dell’Apostolato del Mare nelle Filippine. Insieme con loro, stiamo individuando i luoghi e le situazioni che più di altre necessitano di un aiuto pratico e concreto, come ad esempio la ricostruzione di alloggi, l’acquisto di barche, di motori e di reti da pesca, senza dimenticare le borse di studio per gli orfani. A questo scopo, mi permetta di rivolgermi agli ascoltatori, per informarli che troveranno indicazioni per i versamenti sul nostro sito web: www.pcmigrants.org.

D. – Non è il primo progetto simile da parte del vostro dicastero. Perché questa attenzione particolare per i marittimi?

R. – Innanzitutto, c’è da dire che al Pontificio Consiglio spetta l’alta direzione dell’Apostolato del Mare. Considerando poi che i marittimi nel mondo sono un milione e duecentomila – e circa un terzo di loro sono filippini, ai quali regolarmente offriamo il nostro servizio pastorale nei centri Stella Maris del mondo – è naturale che ci attiviamo in loro favore. Inoltre, non bisogna dimenticare che l’Apostolato del Mare si occupa anche dei pescatori e, da alcune stime iniziali fatte, sembra che oltre la metà delle vittime siano poveri pescatori che hanno perso tutto, non soltanto i loro cari, ma anche la casa e i loro strumenti di lavoro: le barche e le reti. Questi poveri pescatori vivevano nelle zone costiere delle province devastate dal super tifone Haiyan. Ci vorrà molto tempo perché si riprendano da tutte queste perdite e noi vogliamo offrire loro un contributo per ricominciare la loro vita ed essere autosufficienti.







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