Festival del Film di Roma: vince 'Tir' di Alberto Fasulo, ma nessun premio va all'attore
protagonista, Zavrsan
Si è chiusa ieri l’edizione 2013 del Festival del Film di Roma, con la proiezione
delle pellicole che si sono aggiudicate i premi assegnati sabato sera dalla giuria,
nella cerimonia di premiazione tenutasi nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco
della Musica. Il servizio di Rosario Tronnolone:
Fanno discutere
alcuni dei premi assegnati dalla giuria a conclusione del Festival internazionale
del Film di Roma: a vincere è un film documentario italiano, “Tir” di Alberto Fasulo.
Un film che parte da una premessa interessante: il lavoro che, invece di nobilitare
l’uomo, gli toglie dignità e affetti, costringendolo a ritmi faticosi e stressanti,
col paradosso di alienargli proprio le persone care per cui lui sta compiendo tutti
questi sacrifici. Il film è interpretato da un ottimo attore sloveno, Branko Zavrsan,
di cui tutti fanno notare che ha preso la patente da camionista e ha effettivamente
guidato un tir per sei mesi, la durata delle riprese, dimenticando che dà una prova
d’attore veramente notevole, sul confine labilissimo tra recitazione e verità. Allora,
ci si chiede, perché non premiare l’attore e premiare invece un film che prevedibilmente
sarà distribuito pochissimo e visto ancor meno? Il film non farà discutere. Fa discutere
la decisione di giudicarlo il migliore dei film presentati. Il premio alla migliore
attrice va a Scarlett Johansson, che presta solo la voce al sistema operativo del
computer di cui si innamora il protagonista di “Her”, di Spike Jonze, interpretato
da Joachim Phoenix. Un film applauditissimo, originale, convincente, commovente. Anche
questo premio fa discutere, perché dell’attrice, sullo schermo, non si vede mai il
volto. Ma negli occhi del protagonista e nella mente dello spettatore non solo appare
il volto notissimo dell’attrice, ma si arricchisce delle connotazioni che ciascuno
attribuisce alla donna ideale. Un riconoscimento meritatissimo, che premia un’assenza
per coinvolgere simbolicamente tutti coloro che hanno lavorato al film.