Rapporto Aiea: con Rouhani tagli consistenti al programma nucleare iraniano
L'elezione del presidente Hassan Rouhani ha prodotto un taglio dello sviluppo nucleare
iraniano. È quanto emerge dal recente rapporto trimestrale presentato dall'Agenzia
internazionale per l'energia atomica (Aiea) e pubblicato dopo l'incontro fra Yukiya
Amano, direttore generale dell'Aiea, e Ali Akbar Salehi, responsabile dell'Agenzia
nucleare iraniana, avvenuto lo scorso 11 novembre a Teheran. Le rivelazioni dell'Agenzia
Onu - riferisce l'agenzia AsiaNews - giungono dopo il parziale fallimento dei colloqui
di Ginevra fra Iran e membri del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania sul nucleare.
Nonostante il cauto ottimismo, gli incontri sono terminati ancora una volta con un
nulla di fatto per il no secco della Francia alla definizione di un accordo di base.
La prossima settimana vi sarà un nuovo incontro fra Iran e membri del 5+1. Secondo
la relazione dell'Aiea, fra agosto e settembre Teheran ha aggiunto quattro centrifughe
rudimentali al suo stabilimento principale di arricchimento dell'uranio a Natanz,
per un totale di 15.240 centrifughe di cui circa 10mila sono in funzione. Nel precedente
periodo di riferimento (maggio - agosto) erano state installati ben 1800 nuovi macchinari
per l'arricchimento. Gli esperti dell'agenzia Onu sottolineano che gli iraniani hanno
una riserva di oltre 7mila chilogrammi di uranio arricchito al 5 % (U - 235) e 196
chilogrammi al 20%. La quantità è troppo bassa per consentire la fabbricazione di
ordigni nucleari ed è al di sotto della linea rossa stabilita nel 2012 da Israele
pari a 240 chilogrammi. Inoltre Teheran non avrebbe la capacità tecnologica per arricchire
in modo ulteriore le scorte di U-235. A gettare ombra sul rapporto dell'Aiea è il
premier israeliano Benjamin Netanyahu. Durante un discorso ad alcuni giovani ebrei
della diaspora tenutosi a Gerusalemme, egli ha affermato "che l'Iran non sta espandendo
il suo programma nucleare, perché ha già le basi necessarie per le armi nucleari".
"Il problema - ha aggiunto - non è se frenare il programma di Teheran, ma interromperlo".
Le aperture dell'Iran a una riduzione del programma nucleare in cambio di un parziale
ridimensionamento delle sanzioni economiche hanno invece cambiato l'atteggiamento
di Stati Uniti e altri membri del Consiglio di sicurezza Onu. Ieri il presidente Barack
Obama ha fatto un nuovo appello al Congresso per fermare una nuova tornata di sanzioni
contro la Repubblica islamica appoggiata dal partito Repubblicano. "Se vogliamo seriamente
perseguire la via della diplomazia - ha dichiarato il presidente Usa - non vi è alcuna
necessità di aggiungere nuove sanzioni a quelle già attive che sono già molto efficaci
e hanno fatto sedere l'Iran al tavolo dei negoziati". (R.P.)