2013-11-14 20:32:21

Tutelare i migranti che attraversano l'Adriatico: appello di Medici per i Diritti Umani all'Italia


Un accordo bilaterale le definisce “riammissioni”, ma riguardano – al contrario - quei migranti che, anche potendo richiedere protezione umanitaria, dai porti italiani dell’Adriatico vengono rimandati in Grecia, Paese da cui sono entrati in Europa. Un’indagine di Medu - Medici per i diritti umani ha segnalato oltre 100 casi simili negli ultimi due anni, di cui quasi la metà nel 2013. Il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

Arrivano soprattutto dall’Afghanistan e dalla Siria, sono persone in fuga dalle guerre e dalle violenze; raggiungono l’Italia nascosti nelle navi che attraversano l’Adriatico e da qui vengono respinti, “riammessi” in Grecia in base a un accordo del 1999. A sottolineare i rischi cui potrebbero andare incontro è Alberto Barbieri, coordinatore di Medu:

“Di fatto il diritto d’asilo in Grecia non è garantito. La percentuale di accoglimento della richiesta di protezione internazionale in questo Paese è bassissima e il sistema di accoglienza e integrazione è quasi inesistente. Molti migranti si ritrovano a scontare lunghi periodi di detenzione nei centri per i migranti. In più con la crisi economica abbiamo visto un’esplosione di intolleranza, episodi di violenza xenofoba veramente preoccupanti”.

MEDU fa appello all’Italia perché fermi le “riammissioni” verso Atene, che, secondo il rapporto dell’organizzazione, hanno coinvolto anche richiedenti asilo e minori. Su questi ultimi, ascoltiamo ancora Alberto Barbieri:

“Dalle testimonianze che abbiamo raccolto risulta che almeno 22 minori sono stati respinti negli ultimi due anni. All’interno di questo gruppo c’è un numero consistente di minori stranieri non accompagnati. Arrivati nei porti adriatici a loro non è stato concesso il beneficio del dubbio, che l’Italia ufficialmente garantisce, vale a dire che ogni persona che si dichiari minore non accompagnato abbia diritto ad essere considerata tale fino all’esecuzione eventualmente delle adeguate procedure per l’accertamento dell’età”.

In questi casi, come anche in quello di chi ha diritto a chiedere asilo in Italia, il diritto internazionale indica le misure di protezione necessarie, ricorda l’avvocato Salvatore Fachile, dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione:

“…nei confronti di tutti i richiedenti asilo e tutti i minori, il divieto assoluto di respingimento o riammissione, l’accoglienza immediata di queste persone, l’apertura di una procedura, che sia tesa a verificare, per i richiedenti asilo la fondatezza, ovviamente, della loro richiesta di protezione internazionale e, rispetto ai minori stranieri, semplicemente la tutela assoluta della persona fino al raggiungimento della maggiore età. Comunque una tutela da porre in essere sul territorio italiano. Su questo la normativa internazionale è chiarissima, soprattutto dopo l’indicazione del fatto che la Grecia è da considerarsi un Paese non sicuro”.

Nonostante il calo registrato negli ultimi anni, sono ancora diverse migliaia i migranti che, ogni anno, percorrono la rotta dell’Adriatico. E a chi arriva dall’Asia Centrale, oggi, si aggiungono uomini, donne e bambini che fuggono dalla Siria in guerra. Una realtà che anche l’indagine di MEDU ha messo in evidenza, spiega Alberto Barbieri:

“C’è da dire che per quanto riguarda le testimonianze di riammissione avvenute nei primi nove mesi del 2013, i siriani sono addirittura di più rispetto agli afghani. Sicuramente, quindi, c’è un aumento di presenze e di arrivi di siriani anche attraverso questa rotta, il che è abbastanza prevedibile, in conseguenza degli avvenimenti del Paese mediorientale”.







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