Tutelare i migranti che attraversano l'Adriatico: appello di Medici per i Diritti
Umani all'Italia
Un accordo bilaterale le definisce “riammissioni”, ma riguardano – al contrario -
quei migranti che, anche potendo richiedere protezione umanitaria, dai porti italiani
dell’Adriatico vengono rimandati in Grecia, Paese da cui sono entrati in Europa. Un’indagine
di Medu - Medici per i diritti umani ha segnalato oltre 100 casi simili negli ultimi
due anni, di cui quasi la metà nel 2013. Il servizio di Davide Maggiore:
Arrivano soprattutto
dall’Afghanistan e dalla Siria, sono persone in fuga dalle guerre e dalle violenze;
raggiungono l’Italia nascosti nelle navi che attraversano l’Adriatico e da qui vengono
respinti, “riammessi” in Grecia in base a un accordo del 1999. A sottolineare i rischi
cui potrebbero andare incontro è Alberto Barbieri, coordinatore di Medu:
“Di fatto il diritto d’asilo in Grecia non è garantito. La percentuale di accoglimento
della richiesta di protezione internazionale in questo Paese è bassissima e il sistema
di accoglienza e integrazione è quasi inesistente. Molti migranti si ritrovano a scontare
lunghi periodi di detenzione nei centri per i migranti. In più con la crisi economica
abbiamo visto un’esplosione di intolleranza, episodi di violenza xenofoba veramente
preoccupanti”.
MEDU fa appello all’Italia perché fermi le “riammissioni”
verso Atene, che, secondo il rapporto dell’organizzazione, hanno coinvolto anche richiedenti
asilo e minori. Su questi ultimi, ascoltiamo ancora Alberto Barbieri:
“Dalle
testimonianze che abbiamo raccolto risulta che almeno 22 minori sono stati respinti
negli ultimi due anni. All’interno di questo gruppo c’è un numero consistente di minori
stranieri non accompagnati. Arrivati nei porti adriatici a loro non è stato concesso
il beneficio del dubbio, che l’Italia ufficialmente garantisce, vale a dire che ogni
persona che si dichiari minore non accompagnato abbia diritto ad essere considerata
tale fino all’esecuzione eventualmente delle adeguate procedure per l’accertamento
dell’età”.
In questi casi, come anche in quello di chi ha diritto a chiedere
asilo in Italia, il diritto internazionale indica le misure di protezione necessarie,
ricorda l’avvocato Salvatore Fachile, dell’Associazione per gli Studi Giuridici
sull’Immigrazione:
“…nei confronti di tutti i richiedenti asilo e tutti
i minori, il divieto assoluto di respingimento o riammissione, l’accoglienza immediata
di queste persone, l’apertura di una procedura, che sia tesa a verificare, per i richiedenti
asilo la fondatezza, ovviamente, della loro richiesta di protezione internazionale
e, rispetto ai minori stranieri, semplicemente la tutela assoluta della persona fino
al raggiungimento della maggiore età. Comunque una tutela da porre in essere sul territorio
italiano. Su questo la normativa internazionale è chiarissima, soprattutto dopo l’indicazione
del fatto che la Grecia è da considerarsi un Paese non sicuro”.
Nonostante
il calo registrato negli ultimi anni, sono ancora diverse migliaia i migranti che,
ogni anno, percorrono la rotta dell’Adriatico. E a chi arriva dall’Asia Centrale,
oggi, si aggiungono uomini, donne e bambini che fuggono dalla Siria in guerra. Una
realtà che anche l’indagine di MEDU ha messo in evidenza, spiega Alberto Barbieri:
“C’è da dire che per quanto riguarda le testimonianze di riammissione avvenute
nei primi nove mesi del 2013, i siriani sono addirittura di più rispetto agli afghani.
Sicuramente, quindi, c’è un aumento di presenze e di arrivi di siriani anche attraverso
questa rotta, il che è abbastanza prevedibile, in conseguenza degli avvenimenti del
Paese mediorientale”.