Nigeria: conoscenza della religione dell’altro alla base del dialogo cristiano-islamico
“I cristiani devono fare un passo coraggioso studiando l’islam mentre i musulmani
devono fare altrettanto studiando la religione cristiana. La conoscenza della religione
dell’altro permetterà di intraprendere il lungo cammino della promozione della pacifica
coesistenza” ha affermato mons. Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente
della Conferenza episcopale della Nigeria (Cbcn) nella relazione di apertura al terzo
Sinodo diocesano a Enugu. Nella sua relazione dal titolo, “La relazione tra cristiani
e musulmani in Nigeria e il ruolo guida della Cbcn”, mons. Kaigama ha sottolineato
l’importanza della inculturazione della fede sia per i musulmani sia per i cristiani
nigeriani. “Si può essere un vero musulmano e allo stesso tempo un vero africano.
Uno può essere un vero cristiano e allo stesso tempo un vero africano. Niente può
fermarci nel fare della promozione della dignità umana la base del dialogo”. Così,
riscoprendo i valori comuni africani si possono superare anche le divisioni di tipo
etnico oltre che religioso. “Se gli africani riscopriranno i valori dell’ospitalità,
dell’amore per la vita comunitaria, del rispetto degli anziani, vedremo che le guerre
etniche verranno notevolmente ridotte” ha affermato mons. Kaigama. Sebbene la Nigeria
sia attraversata da conflitti a carattere etnico e religioso, mons. Kaigama ha sottolineato
il ruolo di coloro che, sia da parte cristiana sia musulmana, lavorano per promuovere
il dialogo e la pacifica coesistenza. Tra questi vi sono il card. John Onaiyekan,
arcivescovo di Abuja, mons. Mathew Ndagoso, arcivescovo di Kaduna, e i vescovi di
Sokoto, Maiduguri, Zaria e di Kano. Un ruolo importante è svolto dal Nigeria Inter
Religious Council (Nirec), sotto la guida congiunta del sultano di Sokoto ( che è
anche presidente del Nigeria Supreme Council for Islamic Affairs- Nscia), e del presidente
della Christian Association of Nigeria (Can). Pur prendendo atto che vi sono problemi
socio-economici legati alla disoccupazione giovanile che esasperano gli animi e che
la competizione politica viene spesso ridotta al conflitto musulmani – cristiani,
semplicemente perché cristiani e musulmani sono le due religioni dominanti, mons.
Kaigama ha osservato che i cristiani possono fare molto insieme ai musulmani, nonostante
le atrocità commesse da Boko Haram o di altri gruppi radicali nel nome dell'Islam.
“Siamo sempre pronti a collaborare con i gruppi musulmani non solo per motivi escatologici,
ma anche per l'armonia sociale, il progresso e la pace in Nigeria” ha concluso l’arcivescovo.
(R.P.)