Il legame salute-cibo, le cattive abitudini alimentari e gli sprechi: i temi di Golosaria
2013
La salute vien mangiando. Questo slogan accompagna la manifestazione Golosaria 2013
a Milano da oggi al 18 novembre. Nutrizionisti, chef ed esperti a confronto sul valore
terapeutico del cibo, sui disturbi alimentari e sulle cattive abitudini a tavola.
Spazio anche alla riflessione sul tema degli sprechi, piaga recentemente condannata
dal Papa. Paolo Ondarza ha intervistato Paolo Massobrio, promotore
di Golosaria:
R. – Ci si
può curare da alcune patologie mangiando, ma mangiando in un certo modo. Sembra una
grande novità questa, ma in realtà mille anni fa Sant’Ildegarda von Bingen, che è
dottore della Chiesa, diceva le stesse cose: parlava cioè della viridità dei cibi.
Se mangiamo in modo disordinato, accumuliamo non solo grassi, ma patologie. E il primo
ordine da dare alla nostra alimentazione sta nel rispetto delle stagioni: i prodotti
di stagione sono assolutamente quelli da preferire, rispetto ai prodotti conservati
o ai prodotti che hanno fatto tanti chilometri prima di arrivare sulle nostre tavole,
perché questi prodotti hanno più vitamine, hanno più forza…
D. – Ma è convinzione
diffusa che la qualità del cibo non sempre sia alla portata delle tasche degli italiani…
R.
– No, sfatiamo questo errore! La qualità cosiddetta oggi c’è per tutti. Oggi tutti
fanno vino di qualità: lo puoi comprare anche a 2 euro la bottiglia ed è magari un
Lambrusco di grande qualità; così come ci sono in tutti i campi prodotti di qualità,
perché c’è stata una generazione di giovani che è ritornata all’agricoltura, all’artigianato
alimentare. Secondo la legge della domanda e dell’offerta, più c’è prodotto di qualità
e più il prezzo cala: il prodotto tipico non è più una rarità. Questa è la realtà
di oggi che dobbiamo raccontare, che dobbiamo dire. Se una volta si parlava di “nicchia”
perché i prodotti cosiddetti tipici o di qualità erano il 2 per cento, oggi hanno
superato di gran lunga il 20 per cento. Quindi andare a fare la spesa dal contadino,
porta risparmio!
D. – Parlando di cibo non si può non menzionare la piaga degli
sprechi alimentari: recentemente Papa Francesco ha detto che “buttare il cibo è come
rubarlo dalla mensa dei poveri”…
R. – Io ho scritto il primo libro dedicato
a questo problema dello spreco, quando ho letto che un terzo della spesa veniva buttato
via. Un paradosso ancor più oggi che c’è la crisi! Sono andato a vedere i motivi del
perché si butta via un terzo della spesa. Si usa il frigorifero come un armadio: si
fa la spesa una volta alla settimana, non più tutti i giorni come facevano i nostri
genitori; si mette tutto nel frigorifero e poi neanche ci si ricorda più che cosa
avevamo comprato sei giorni o sette giorni prima. E allora ho chiesto a dodici cuochi,
fra cui anche Suor Germana, di raccontarci come si faceva a cucinare gli avanzi o
a non sprecare le cose che avevamo. Tutto questo poi noi lo raccontiamo da sette anni
in un libro che ha la scansione di una agenda, che si chiama “Adesso – 365 giorni
da vivere con gusto”. Oggi si sta ritornando a fare le confetture in casa, a cucinare
in casa, che è un momento bellissimo: la domenica, con la famiglia, cucinare in casa
e magari pensare di cucinare qualcosa che mangeremo anche durante la settimana, che
si può conservare in frigo. Sono modi, non solo per risparmiare, ma per riappropriarci
culturalmente del senso del non spreco, lo spreco è immorale!