Filippine. Cresce il rischio epidemie. Otto milioni di persone colpite dal tifone
Nuove vittime censite nelle aree devastate dal tifone di venerdì scorso. Intanto,
la carenza di strutture di coordinamento si conferma un ostacolo alla distribuzione
dei soccorsi, in una situazione difficile aggravata dall'insicurezza. Stefano Vecchia:
Poche ore
fa, il Consiglio nazionale per la gestione e la riduzione dei disastri, la protezione
civile filippina, ha aggiornato i dati delle vittime del super-tifone Haiyan a 2.357
morti e 3.853 feriti. Secondo gli ultimi dati, sarebbero poco più di 8 milioni i filippini
colpiti in una qualche misura dalle conseguenze dell'arrivo di Haiyan e di questi
360mila si trovano in 1.099 centri di evacuazione, mentre la maggioranza sopravvive
spesso senza un tetto in condizioni sempre più difficili per la mancanza di acqua,
cibo, ripari e medicinali. Con un rischio crescente di epidemie, mentre la pressione
delle autorità locali per sepolture di massa si scontra con l'opposizione anche violenta
delle famiglie e con la posizione internazionale, espressa dall'Organizzazione mondiale
della sanità che la pratica violi diritti umani fondamentali. I danni stimati finora
hanno superato i 4 miliardi di pesos, circa 70 milioni di euro. Lentamente la distribuzione
degli aiuti inizia a filtrare dagli aeroporti di Cebu e Tacloban verso le aree dove
più si manifesta l'emergenza, ma il compito è reso difficile dalla devastazione che
impedisce i movimenti di mezzi via terra e la carenza delle telecomunicazioni, riattivate
in modalità d'emergenza in poche aree. Medici senza Frontiere e altre organizzazioni
lamentano l'impossibilità ad uscire da Tacloban, ma devono far i conti, oltre con
difficoltà logistiche anche con l'insicurezza del territorio, come dimostrato da un
numero crescente di episodi di aggressioni, saccheggi e anche imboscate ai soccorsi
di bande organizzate e della guerriglia di ispirazione maoista. Per ovviare al crescente
imbarazzo del presidente e del governo e alla mancanza di una necessaria struttura
di coordinamento, amministratori locali hanno proposto che l'intera macchina dei soccorsi
e della ricostruzione sia affidata al dipartimento per gli Affari sociali e lo Sviluppo
e che a coordinarli sia il segretario di gabinetto Rene Almendras
Sulle necessità
della popolazione ascoltiamo mons. Precioso Cantillas, vescovo di Maasin, raggiunto
telefonicamente da Antonella Palermo nell’isola di Leyte, la più colpita dal
tifone:
R. – They are
very much in need... Hanno davvero molto bisogno di cibo, di acqua, di comunicazioni.
Ma il governo sta facendo tutto quello che può, così come molte organizzazioni private
e la Chiesa stanno facendo il possibile.
D. – In concreto, la Chiesa cosa
sta facendo?
R. – Caritas Philipinas…they are sending... La Caritas Filippine
sta inviando prodotti alimentari, acqua, beni di conforto attraverso i centri sociali
delle diocesi. Ma, purtroppo, ci sono delle zone con cui non abbiamo ancora nessun
contatto.
D. – Il tifone ha causato davvero una devastazione immane …
R.
– Damage is really beyond... La distruzione è davvero al di là di ogni immaginazione.
E’ un disastro troppo grande. Eravamo preparati in un certo modo, perché eravamo stati
informati della forza del supertifone, ma nonostante questo, quello che è successo
è andato al di là di quello che potevamo pensare. Per esempio a Tacloban la tempesta
ha fatto alzare il livello del mare spazzando via tutto ciò che incontrava. Ci sono
ancora molte persone disperse.
D. – Come procede la celebrazione dei funerali
delle vittime...
R. – Here some already did... Alcuni qui hanno già celebrato
Messe funebri. Ma molti corpi sono stati seppelliti in fosse comuni. Del resto il
tifone non ha risparmiato neanche le chiese. La cattedrale dell’arcidiocesi di Palo
è stata distrutta. Il tetto è crollato. Le persone prima del tifone sono andate lì
per cercare riparo e alcuni dicevano: “Siamo venuti qui, perché sappiamo che questa
è la casa di Dio”. Anche la casa di Dio non è stata risparmiata dalla distruzione.
Molte persone trovate vicino alla cattedrale, sono state seppellite proprio lì.
D.
– Vuole fare un appello attraverso la Radio Vaticana?
R. – Certainly... Pray
that we may be able… Certamente. Pregate perché si possa avere la forza di sopportare
le difficoltà, la sofferenza e la perdita di parenti e amici e allo stesso tempo chiediamo
che possiate aiutarci ed estendere il vostro aiuto alle persone e alle famiglie vittime
di questo grande disastro.