Chi è l’uomo? I limiti della scienza e la luce della fede in un incontro a Trento
Organizzato dalla scuola cattolica Sacro Cuore, si è svolto mercoledì sera a Trento
un incontro dal titolo “Chi è l’uomo perché te ne curi? Il contributo delle neuroscienze”.
Relatori Giovanni Strafellini, ingegnere, docente universitario e autore del libro
“L’anima ed i confini dell’umano. Tra scienza, fede e bioetica”, e Massimo Gandolfini,
neurochirurgo, neuroscienziato, consultore presso la Congregazione per le Cause dei
Santi e vicepresidente nazionale dell’Associazione Scienza e Vita, nonché autore del
libro “I volti della coscienza”. Ha seguito l’incontro, Mariangela Brunet:
Il tema del
rapporto mente-cervello mette in luce quello antico del rapporto anima-corpo. Secondo
il dott. Strafellini, in tutte le creature viventi esiste un certo grado di coscienza
che va ampliandosi passando dalle piante, agli animali e quindi all’essere umano.
“Ma è solo l’anima intellettiva\spirituale dell’uomo, che permette di far esperienza
di un “Oltre”, di un Senso grande, di un Dio che lo trascende”. Infatti, peculiare
dell’uomo è la capacità di interrogarsi, di ricercare la verità delle cose, di comprendere
il miracolo di esistere, di scegliere tra bene e male, di amare. Si tratta dunque
di una differenza qualitativa, non solo quantitativa. Ed è proprio grazie ad essa,
che a partire dalla filosofia greca antica, con Socrate e Aristotele, è nata la scienza.
Ma cos’è la scienza? E’ uno strumento di osservazione e conoscenza; essa non è esaustiva,
ma fornisce solo dei modelli interpretativi, e può rispondere spesso, peraltro parzialmente,
ai “come” ma non ai “perché” della realtà, ossia non può fornire risposte di senso.
D’altra
parte, a tutt’oggi l’essere umano rimane ancora un mistero dal punto di vista scientifico:
Come l’universo ha avuto inizio? Come è comparsa la vita sulla terra? Come si è passati
dalla materia vivente a quella pensante\cosciente cioè all’uomo? Non solo, ma inspiegabile
risulta l’anima, l’attitudine al bene la dimensione della libertà.
A questo
punto, afferma il dott. Gandolfini, possiamo dire che “il cervello umano è organo
necessario, ma non sufficiente per spiegare la coscienza ”, come dire che la ragione
da sola non basta a spiegare l’anima, ossia la scienza è limitata e va illuminata
dalla fede. Al contrario, è l’anima, in quanto sede della conoscenza, a dirci che
cos’è il cervello. E’ a partire dalla constatazione dell’esistenza dell’anima, conclude
Gandolfini, che è possibile una significazione non solo della vita umana, ma anche
della morte, del limite e della malattia di ogni singolo essere umano.