Si fermi la ricerca sui robot killer. La Campagna internazionale arriva in Italia
E’ impensabile dare alle macchine il potere di uccidere. Eppure, è questa la nuova
frontiera della tecnologia militare: la creazione di armi robot completamente autonome,
in grado di attaccare e uccidere senza l’intervento umano. La Campagna internazionale
“Stop killer Robots” chiede ai Paesi tutti di lavorare sui divieti nelle legislazioni
nazionali così come su un divieto internazionale. Servizio di Francesca Sabatinelli:
Non esistono
ancora i robot autonomi letali o robot killer, ma il passo per ottenerli è molto breve.
Attualmente, esistono sistemi robotici con vari gradi di autonomia e di letalità,
ma si sta lavorando per arrivare a sistemi che consentano piena autonomia di combattimento
alle macchine. Il pericolo è imminente, la richiesta della Campagna internazionale
è di muoversi rapidamente in seno alle Nazioni Unite per esercitare pressioni sui
governi, per arrivare a un divieto totale di queste armi. La questione potrebbe arrivare
a Ginevra alla prossima riunione, nel 2014, della Convenzione sulle armi convenzionali.
l'opinione di Jody Williams, Premio Nobel per la pace nel 1997 per il suo impegno
per la messa al bando delle mine antiuomo, e testimonial della campagna:
R.
– Civil society has an important role... La società civile ha l’importante compito
di esercitare pressione sui governi. Ma abbiamo bisogno di amici all’interno dei governi
per fare le leggi di cui abbiamo bisogno. Quindi, siamo qui per rafforzare e ristabilire
l’amicizia e la partnership, perché è molto importante. In realtà, abbiamo dato il
via a questa campagna solo sette mesi fa e già questa settimana, a Ginevra, i governi
stanno discutendo un nuovo mandato – così l’hanno chiamato – per portare questo tema
alla discussione nei prossimi due anni. Gli Stati Uniti lo appoggiano, l’Italia ne
ha parlato, così come hanno fatto Egitto e Regno Unito, la Francia è in prima linea.
Quindi, siamo molto soddisfatti per il fatto che in sette mesi siamo riusciti a portare
all’attenzione una questione di cui nessuno aveva sentito parlare e a cui ora si sta
prestando attenzione. Questo è importante, ma abbiamo anche bisogno che i governi
nazionali agiscano. Una delle raccomandazioni all’Onu è stata per i governi nazionali,
affinché si votino moratorie sulla ricerca sui robots killer. Finché non ci saranno
discussioni pubbliche, finché le discussioni di Ginevra non prenderanno forma e finché
non ci sarà, speriamo, una legge, noi vogliamo esserci. Noi non crediamo che l’essere
umano dovrebbe dare il potere della vita e della morte ad una macchina: è moralmente
ed eticamente atroce.
D. – Jody Williams, ma cosa si intende esattamente per
robots killer?
R. – It means - you know the drones… Significa - conosce
i droni naturalmente, verso cui la maggior parte delle persone, è contraria, eccetto
il mio Paese naturalmente. Almeno a guidare i droni c’è un essere umano da qualche
parte, magari in Nevada... Negli Stati Uniti, i droni possono volare per migliaia
di miglia, ma comunque sia c’è un essere umano che guarda nel computer, che decide
che quello è un bersaglio appropriato e che apre il fuoco per uccidere quella persona.
La ricerca che si sta conducendo è su armi che non hanno bisogno di esseri umani nel
loro processo, armi che sono programmate e lasciate libere e che da sole possono inseguire,
selezionare il bersaglio e uccidere. Che mente è quella può pensare che questo possa
andare bene? Dare a una macchina il potere di ucciderti. E’ orrendo e noi vogliamo
fermarlo prima che succeda. Questo non significa che siamo contro tutti i robots,
siamo contro quelli che possono uccidere.
D. – Lei è ottimista in questa battaglia?
R.
– It is a fight of humanity... E’ una lotta dell’umanità per il suo futuro. Ci
sono Paesi che già stanno pensando a una polizia fatta di robot. Riesce a immaginare
nel caso di una dimostrazione che sfugge un po’ di mano, quello che una polizia fatta
di robot potrebbe fare? Proverebbero empatia o aprirebbero semplicemente il fuoco
sulle persone, perché così sono stati programmati: “Se accade questo uccidi, spara?”
E’ questo quello che vogliamo per il nostro futuro? Uno dei membri importanti della
nostra Campagna è Pax Christi, nei Paesi Bassi. Pax Christi ha cominciato a raccogliere
firme e dichiarazioni dei leader religiosi, che definiscono questa ricerca immorale
e non etica. E’ una questione fondamentale. Se consegniamo la guerra alle macchine
immagini il nostro futuro: cambierebbe per sempre, anzi… non ci sarebbe più un futuro.
La Williams è in Italia per una serie di incontri, anche istituzionale. Di
oggi quelli con il presidente del Senato Pietro Grasso e con il ministro degli esteri
Emma Bonino. All’Italia, che ha già preso una forte posizione in merito, la Williams
chiede di lavorare in prima fila per un bando preventivo di questi armamenti. La senatrice
Silvana Amati, che ha accompagnato Jody Williams, si è detta pronta ad avanzare
una proposta relativamente al tema dei robot killer:
R. – Noi pensiamo che
questa campagna contro i robot killer sia fondamentale, perché è la prima volta che
si può trattare anche nel nostro Paese, con anticipo, un impegno che sia preventivo,
così com’è stato fatto per i laser accecanti. Di solito si rincorre sempre lo strumento
militare. Un impegno come questo, credo sia assolutamente oggettivo. Non possiamo
pensare ad armi che siano totalmente senza responsabilità e che possano colpire qualunque
cosa si muova, evidentemente non identificando né giovani, né vecchi, né civili, né
militari. Credo che, appunto, un impegno della comunità internazionale – credo che
anche l’Italia dia segnali positivi – ci possa e ci debba essere e oggi lavoriamo
per questo.
La Campagna “Stop Killer Robots” è una coalizione internazionale
di 44 organizzazioni non governative di 21 paesi differenti lanciata a Londra nel
mese di aprile di quest'anno. Tra le organizzazioni aderenti anche la Rete Italiana
per il Disarmo.