2013-11-13 09:00:05

Malaria resistente ai farmaci: allerta sanitaria in Myanmar e lungo il Mekong


Un gruppo di ricercatori statunitensi ha lanciato l'allarme, in merito a una possibile diffusione di un ceppo di malaria resistente ai farmaci in Myanmar e in altri Paesi del Sud-est Asiatico. Se confermata, la proliferazione della malattia rappresenterebbe una seria battuta di arresto nella lotta globale contro il morbo trasmesso dalle zanzare che, ogni anno, uccide oltre 600mila persone in tutto il mondo. E se il triste primato del maggior numero di vittime resta ancora appannaggio dell'Africa - riferisce l'agenzia AsiaNews - secondo gli scienziati è proprio lungo il corso del fiume Mekong, in Asia, dove si nasconde oggi "la minaccia più grave". La distribuzione di farmaci a base di artemisinina ha contribuito a ridurre di un quarto il numero delle vittime di malaria nell'ultimo decennio. Tuttavia, un primo ceppo resistente è apparso al confine fra Thailandia e Cambogia nel 2003, per poi espandersi in Vietnam e Myanmar. Casi sospetti sono emersi pure nel sud-ovest della Cina, oltre che in Guyana e Suriname. Per gli scienziati questa nuova evoluzione della malattia potrebbe rappresentare una "catastrofe", perché ad oggi non vi sono alternative alla cura in uso e "non se ne vedono all'orizzonte". E l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) avverte che ciò che può sembrare "una minaccia localizzata", può ben presto allargarsi e sfuggire al controllo e avere "serie implicazioni per la salute mondiale". Del resto anche in passato le zanzare hanno saputo neutralizzare l'effetto della clorochina, il precedente farmaco utilizzato per la profilassi e che ha saputo sradicare la malattia dall'Europa, dal Nord America e in molte zone del Sud America negli anni '50. Ora il rischio concreto che nemmeno la artemisinina sia più sufficiente. E il Myanmar costituisce una zona di particolare pericolo, perché il 70% degli oltre 55 milioni di abitanti vive in zone in cui la malaria è endemica. Inoltre, come nazione nel suo complesso registra circa il 75% dei casi di tutta la regione del Mekong. Il tutto, mentre il sistema sanitario birmano presenta ancora profonde carenze e appare inadeguato a contenere una rapida diffusione della malattia. (R.P.)







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