2013-11-13 13:44:14

Il card. Vallini alla Lateranense: "Camminare, edificare, confessare"


“Essere fortemente stimolati dalla testimonianza di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco”, e “fare vostro il loro coraggio di camminare alla presenza del Signore, di edificare la comunità ecclesiale e di confessare profeticamente l‘unica fede nel Signore vivente”. È il duplice augurio che il cardinale vicario di Roma e Gran cancelliere della Pontificia Università Laterananse (Pul), Agostino Vallini, ha formulato ieri mattina nel suo saluto alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2013-1014. Prendendo lo spunto dai “singolari avvenimenti ecclesiali, di portata storica”, vissuti lo scorso marzo “e che hanno segnato la vita della Chiesa” - la rinuncia al pontificato di Papa Benedetto XVI e l’elezione di Papa Francesco - il card. Vallini li definisce “un forte momento di grazia”. Quali le loro ricadute sull’attività universitaria di ricerca e di studio? Papa Benedetto, la sottolineatura del cardinale vicario, “lascia a noi, tra gli altri, un grande insegnamento, quello di essere cercatori di verità”, e il lavoro educativo proprio di un centro accademico è “mostrare fino all‘evidenza l‘impegno per la verità nei diversi saperi e accompagnare gli studenti a coltivare le virtù necessarie alla ricerca della verità: la libertà interiore, la mente sgombra da preconcetti, l‘acribia della ricerca. Purtroppo - prosegue il card. Vallini - oggi la teologia soffre del pensiero debole che regna nell‘ambiente filosofico, mentre è necessario un buon fondamento filosofico per poter sviluppare il dogma con un‘ermeneutica valida che parli un linguaggio intelligibile dal mondo contemporaneo”. Di Papa Francesco, il porporato richiama i tre verbi commentati nell‘omelia della Messa celebrata con i cardinali, il giorno dopo la sua elezione, nella Cappella Sistina: "camminare, edificare, confessare", “tre piste importanti anche per il lavoro di una comunità universitaria”. L’università è, secondo il Gran cancelliere, “una palestra dove ci si allena alla vita” e alla quale “le sfide alla fede e alla sua ragionevolezza offrono stimolanti opportunità per elaborare nuove categorie del sapere teologico”. Il card. Vallini si sofferma quindi sulla reciprocità fra il credere e l‘intelligenza della fede: “Fra queste due dimensioni esiste una profonda e inscindibile unità”. Infine “confessare” con coraggio e gioia l’appartenenza a Cristo e saperne dare ragione. Questa, la conclusione del cardinale, “la finalità ultima anche dell‘università: preparare, accompagnare, motivare persone che, attraverso l‘intelligenza della fede vissuta, sappiano dare ragione della loro speranza, uscendo da se stessi verso il mondo con fervore apostolico”. (R.P.)

Ultimo aggiornamento: 14 novembre







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