2013-11-12 19:09:41

In Siria i ribelli nominano un governo provvisorio nei territori occupati


Siria. Per il capo di stato maggiore Ali Abdullah Ayoub la vittoria dell'esercito siriano è vicina. Intanto La Coalizione nazionale siriana, principale raggruppamento dell'opposizione al regime Assad, ha nominato un governo provvisorio per le aree del paese finite sotto il controllo dei ribelli. Per Stati Uniti ed Europa questo però potrebbe essere un ostacolo a un accordo con il regime su un governo di transizione, da sottoscrivere nella conferenza di pace Ginevra 2, la cui data resta incerta. Sentiamo Lorenzo Trombetta inviato a Beirut per l’Ansa e Limes, al microfono di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

R. – La Coalizione nazionale non ha aggiunto nulla di nuovo a quello che sapevamo. Le loro condizioni, le tre condizioni – Assad non deve partecipare alla transizione politica, liberi oltre 250 mila prigionieri politici e creazione di corridoi umanitari per rompere gli assedi che il regime pone alle località in rivolta – sono tre condizioni che vengono espresse ed esposte già da tempo. Tre condizioni che sono, dall’altra parte, respinte in modo netto dal regime. Il regime, la settimana scorsa ha detto: “Noi, se andiamo a Ginevra, non andiamo certo per lasciare il potere”, quindi questo significa che Assad non intende farsi da parte nella transizione politica. Ma quello che a mio avviso mina la credibilità di chi organizza questa Conferenza di pace è che non portano al tavolo dei veri rappresentanti di chi in Siria ha il potere dimettere a tacere le armi. In particolare, dal fronte dei ribelli, delle opposizioni chi partecipa nella Coalizione siriana è sempre più sfiduciato da una base sia dei ribelli, sia di jihadisti, sia di attivisti del movimento non violento, che a vario titolo e per varie ragioni non credono più che la Coalizione li rappresenti.

D. – In Siria, è arrivata anche la poliomielite. Ci sono già vittime tra i bambini e questo ha provocato un’ulteriore stretta sulle frontiere, in particolare con il Libano…

R. – Sì, appunto, si parla di Siria quando la questione diventa relativa alla sicurezza, in questo caso sanitaria. Qualche giorno fa, alcuni medici hanno messo in guardia dal pericolo di contagio da poliomielite non solo nei Paesi vicini alla Siria, ma addirittura in Europa. In realtà, il rischio poliomielite in alcune regioni siriane, dove la situazione sanitaria è drammatica, ormai è in corso da un mese e mezzo. Le organizzazioni siriane locali hanno già lanciato l’allarme. Qui, in Libano, stanno andando avanti processi di vaccinazione forzata non soltanto per i siriani che giungono profughi, ma anche per tutta la popolazione infantile libanese.







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