Il Papa riceve il metropolita Hilarion. Ieri sera, concerto per la pace promosso da
cattolici e ortodossi
Il Papa ha ricevuto, ieri mattina, in udienza a Santa Marta, il metropolita Hilariòn
di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne
del Patriarcato di Mosca. Ed è stato proprio Hilarion, ieri sera, a presiedere un
evento emblematico del dialogo tra Chiesa cattolica e ortodossa, il Concerto per
la pace eseguito all’Auditorium della Conciliazione, patrocinato dal Pontificio
Consiglio della Cultura, e offerto da due Fondazioni impegnate sul fronte dell’unità
dei cristiani, la statunitense Urbi et orbi e la russa San Gregorio Il Teologo.
I proventi della serata sono andati alle famiglie sfollate vittime delle guerre.
Il servizio di Gabriella Ceraso:
Due Chiese separate
da mille anni, ma accomunate da tanti aspetti e che soprattutto non cessano di voler
collaborare, pur senza negare differenze e problemi. E così anche cultura, musica,
arte possono essere una strada. Lo si vedrà nel concerto di stasera. Il commento di
Robert Moynihan della "Urbi et Orbi Foundation", da anni impegnato nel dialogo
tra cattolici e ortodossi:
“Questo concerto s’inserisce in un lungo itinerario
di dialogo fra due Chiese. Abbiamo in comune tante cose: un credo in Cristo, i sacramenti,
ma ovviamente abbiamo problemi storici che hanno segnato i nostri rapporti. E per
cercare di avvicinarci pensiamo ad ogni possibile contatto, anche culturale, per camminare
insieme: cantare insieme, collaborare ad un certo progetto, parlare insieme a favore
di qualcosa come la pace e cercare in questa maniera, eventualmente, di affrontare
anche gli altri problemi teologici che ci dividono”.
Emblematici i protagonisti
del concerto di questa sera: l’orchestra "Roma Sinfonietta", che rappresenta un’italianità
nutrita di cattolicesimo, ad eseguire brani classici della lirica italiana, ma anche
del compositore e metropolita ortodosso russo Hilarion:
“Questo metropolita
ha sperimentato la vita sotto l’Unione Sovietica e sotto il comunismo e ha trovato
la fede grazie ad un pellegrinaggio in Georgia, quando aveva 15, 16 anni. Lui comunica
la sua fede attraverso i discorsi teologici, in tutto il mondo, ma anche attraverso
la sua musica”.
Tra i brani, in particolare, saranno in anteprima mondiale
le versioni musicali di alcune poesie di Garcia Lorca e brani tratti dalla "Passione"
secondo Matteo, in cui il lamento di Maria sotto la Croce riecheggia il grido di tante
mamme straziate dagli effetti delle guerre. Ancora Robert Moynihan:
“E’
un tentativo di attirare la nostra attenzione sulla sofferenza dei più piccoli, degli
innocenti, e ricordare che i bambini devono avere amore, che dobbiamo sostenere la
famiglia, che dobbiamo pensare a queste cose, a mettere queste cose in primo piano
rispetto al guadagno o al prestigio. Il dolore di Maria è un tentativo di mettere
al primo posto il nostro dovere di amare”.
Ma c’è anche una voce significativa:
protagonista questa sera la cantante georgiana Svetlana Kasyan, che ha conosciuto
miseria e guerra ed è stata rifugiata. Lei vuole rispondere all’appello del Papa del
7 settembre: “La pace è un dono troppo prezioso che deve essere promosso e tutelato”:
“E’
un grido dal cuore: gli altri non devono soffrire come lei ha sofferto. Allora lei
canta brani classici, ma con un cuore che parla di pace, che parla di cercare un modo
per evitare la guerra, evitare che le famiglie si spacchino”.
Ma l’appello,
l’impegno e i gesti di Papa Francesco hanno colpito e segnato profondamente tutto
il mondo ortodosso. Ancora Robert Moynihan:
“Loro apprezzano il gesto semplice
e autentico e apprezzano altri gesti di questo Papa. Io ho speranza che questo apra
nuove possibilità alla collaborazione e al dialogo”.
Nell’ambito delle
numerose iniziative di questi giorni tra la Chiesa cattolica e ortodossa, il Centro
Russo di Scienza e Cultura ospita oggi pomeriggio la presentazione a cura del Metropolita
Hilarion Alfeyev del volume “Verbo di Dio e Parola dell’uomo”. Vi sono riunite, spiega
Hilarion nella prefazione, i “discorsi romani” di un grande studioso e amico, Serguei
Averintsev, che nell’autunno del 1969 “quando vigeva ancora il monopolio ideologico
del “regime comunista riuscì a fare un’aperta apologia del Cristianesimo”. Domani
poi nella stessa sede del Centro Russo di Roma, una sessione dell’Accademia Sapientia
et Scientia, presieduta da mons Fortunato Frezza, biblista e sottosegretario del
Sinodo dei vescovi, accoglierà studiosi italiani e russi che presenteranno relazioni
su Rosmini, Dante, Florenskij e Dionigi l’Areopagita.