Vescovi europei. Mons. Aguirre: "Papa Francesco non ha bisogno di interpreti"
“Francesco è un Papa che non ha bisogno di interpreti”: mons. José Ignacio Munilla
Aguirre, presidente della commissione per le comunicazioni sociali del Ccee, ha affrontato
il tema del profilo comunicativo del Pontefice nel corso dell’incontro dei vescovi
europei che si è concluso ieri a Barcellona. Segnala anzitutto il contesto nel quale
si inseriscono i primi otto mesi di pontificato, quindi si sofferma sul “carisma e
l’originalità” della figura di Bergoglio, sui “rischi” di una comunicazione diretta,
non mediata, sul rapporto stretto tra gesti, segni e parole del Papa. Aguirre indica
anche alcune novità, taluni “ambienti” e modalità di espressione diretta e reiterata
del Papa, come le omelie in Santa Marta oppure le interviste rilasciate ai giornalisti
(durante il volo di ritorno dalla Gmg in Brasile, alla “Civiltà cattolica”, alla “Repubblica”).
Secondo il vescovo, vi sono poi delle caratteristiche particolarmente apprezzate dall’opinione
pubblica che si riscontrano in Francesco: fra queste, la coerenza e l’autenticità
della sua figura, il coraggio e la trasparenza nell’affrontare i temi più “caldi”
e controversi che riguardano la vita della Chiesa (questo in una linea di continuità
con i predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI). Mons. Aguirre, proseguendo
la relazione, afferma: “È importante non perdere di vista che la comunicazione in
Papa Francesco non nasce anzitutto da un carisma personale nell’espressione, né tantomeno
da una tecnica studiata. Al contrario, la fonte della sua comunicazione sta in altri
due fattori”. In primo luogo, sostiene il vescovo, “uno zelo apostolico che permette
di superare tanti timori e di azzardare nella comunicazione”. E a questo proposito
il relatore richiama alcune espressioni del Papa, che parla di una Chiesa che deve
“uscire da se stessa”, per non “ammalarsi nell’atmosfera viziata delle stanze in cui
si è rinchiusa”. In secondo luogo, mons. Auguirre richiama il “cristocentrismo” del
Papa, che “fa dell’identità della Chiesa la serva della Parola del Signore”, superando
ogni forma di autoreferenzialità. “Il vicario di Cristo in terra - conclude Aguirre
- è chiamato a comunicare a tutti che Gesù Cristo è l’unica ragione di essere della
Chiesa, oltre a essere la risposta al desiderio umano di verità, bontà e bellezza.
Questa prospettiva cristocentrica, unita al suo ardore missionario, conforma e determina
in grande misura la comunicazione di Papa Francesco”. (R.P.)