Siria: contrasti tra le fazioni jihadiste. Padre Karam: ormai è una guerra “tutti
contro tutti”
Il leader di al-Quaeda Ayman Zawahiri con un pronunciamento ufficiale ha delegittimato
lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isil), l'organizzazione jihadista che nell'ultimo
anno aveva assunto una posizione egemonica nel fronte delle milizie anti-Assad. In
una dichiarazione registrata alcuni giorni fa e inviata a alcuni network arabi, un
portavoce di Zawahiri ha reso noto che d'ora in poi il leader dell'Isil Abu Bakr al-Baghdadi
potrà operare solo in Iraq e dovrà lasciare al fronte al-Nusra – altra fazione islamista
legata a al-Quaeda, guidata da Abu Mohammad Golani – la leadership delle operazioni
militari in territorio siriano. Finora le due organizzazioni si erano mosse in maniera
indipendente, entrando talvolta in competizione. L'input inviato da al-Quaeda rappresenta
un'ulteriore indiretta conferma delle contrapposizioni crescenti tra le fazioni che
combattono l'esercito governativo siriano, fedele a Assad. “Oggi - dichiara all'agenzia
Fides padre Paul Karam, direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Libano - sul
terreno siriano è un guerra tutti contro tutti: dove ci porterà? E' questa la primavera
araba? L'odio, il fanatismo , il terrorismo aumentano: chi paga per tutto questo?
solo la stremata popolazione siriana e, all'interno della società, le minoranze che
sono le più vulnerabili di tutti. Credo sia essenziale lasciare che ogni popolo decida
sul proprio destino e sul proprio futuro”. Secondo padre Karam “occorre promuovere
un vero cammino di pace che non prenda la forma di un piano di divisione del Paese.
Serve una conferenza internazionale di pace che affronti in modo autentico, concreto
ed efficace la crisi siriana, seguendo la bussola dei diritti umani e della libertà
religiosa”. (R.P.)