Scomparso a 96 anni il card. Bartolucci. Il Papa: con la sua musica ha elevato i cuori
a Dio
“Caro e stimato sacerdote, illustre compositore e musicista”. Con queste parole, Papa
Francesco ha ricordato in un telegramma di “profondo cordoglio” la scomparsa del cardinale
Domenico Bartolucci, avvenuta ieri a Roma all’età di 96 anni. Rammentando anche l’incarico
di direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina, ricoperto ininterrottamente
dal porporato dal 1956 al 1997, il Papa ha sottolineato il ministero esercitato dal
cardinale Bartolucci attraverso la musica sacra e in particolare “la valorizzazione
sapiente del prezioso tesoro della polifonia, tesa ad elevare il cuore nella lode
a Dio”. Le esequie del porporato saranno celebrate in San Pietro domani alle 15.30,
presiedute dal card. Angelo Sodano. Al termine, Papa Francesco presiederà il rito
dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
L’“Ave Maria”
tratta dall’opera lirica “Brunellesco", le note del poema sacro “Baptisma” e infine
quelle della sua ultima composizione, il “Christus circumdedit me”, viaggio interiore
alla ricerca dell’abbraccio di Dio. È il 31 maggio del 2011 quando nell’Aula Paolo
VI orchestra e voci danno corpo alle creazioni musicali del cardinale Bartolucci.
Ascoltatore d’eccellenza e competente è Benedetto XVI, che lo ha creato e pubblicato
cardinale l’anno prima e che al termine di quel concerto condensa in queste parole
l’opera ultraquarantennale dell’anziano porporato e maestro:
"Caro cardinale
Bartolucci, la fede è la luce che ha orientato e guidato sempre la sua vita, che ha
aperto il suo cuore per rispondere con generosità alla chiamata del Signore; ed è
da essa che è scaturito anche il suo modo di comporre…”.
Per il cardinale
Bartolucci, l’intreccio tra arte e fede, creatività musicale e ministero sacerdotale,
si sviluppa per un tempo straordinariamente lungo. Quando Pio XII gli affida la responsabilità
della Cappella Musicale “Sistina” è il 1956. Si tratta di succedere a un nome di grande
prestigio, ma pur giovane il maestro toscano mostra subito un notevole senso organizzativo,
come spiega l’attuale maestro della Cappella Musicale Pontificia, mons. Massimo
Palombella:
“Ereditò da Lorenzo Perosi una situazione della Sistina
che necessitava di essere riformata. E lui la fece molto bene, nel senso che istituì
stabilmente nella sede della Sistina una scuola che formasse i ragazzi, una quinta
elementare e le tre medie, a quel tempo. Poi ricostituì praticamente l’assetto dei
cantori adulti, in modo tale da costituire un organico della Sistina fatto da venti
cantori adulti e da circa 25-30 ragazzi. Questo fu il suo grande merito”.
Il
maestro Bartolucci è un compositore che ama il contrappunto ed è molto affascinato
dalla musica sacra del passato, la cui eco è ben presente nella sua produzione. Tuttavia,
quando la Chiesa si schiude alla novità del Concilio, nuova è anche la capacità del
futuro porporato di trasferire nella partiture il soffio del tempo che muta, spiega
ancora mons. Palombella:
“Bartolucci ha fatto un passaggio interessantissimo
al Concilio Vaticano II. Paolo VI lo ha stimolato nello scrivere per il Concilio.
E Bartolucci ha risposto molto bene con le Messe alternate che noi abbiamo. Nella
sua produzione c’è un libro, ‘Le Messe alternate al canto gregoriano’, un mirabile
esempio di come si coniuga insieme la ministerialità della scuola con la ministerialità
dell’assemblea. Ha scritto davvero cose belle”.
E la Chiesa che si apre
al Concilio – ricorda mons. Palombella – apre anche a una dimensione internazionale
dell’attività della Cappella Musicale “Sistina”:
“Bartolucci vive il fatto
che cominciano ad esistere le diffusioni via radio e via televisione di quello che
succede. Quindi questo cambia radicalmente tutto, perché oggi ogni celebrazione è
in mondovisione, ma con Bartolucci questo inizia. Il secondo aspetto è il viaggiare:
hanno fatto due tournée negli Stati Uniti, sono andati in Giappone, hanno girato in
Germania. Questo è stato interessante perché lui ha un po’ vissuto la grande apertura
ecclesiale che in qualche modo già c’era prima del Concilio e che poi è stata codificata
con il Concilio. Per cui la cappella musicale andava in giro per il mondo fondamentalmente
per evangelizzare, per far conoscere attraverso la bellezza della polifonia, dare
una possibilità di incontro con il Signore”.
“Dare una possibilità di incontro
con il Signore”: è quello che tutti, a cominciare dai Papi, riconoscono dell’impegno
profuso dal cardinale Bartolucci nel campo della composizione musicale sacra.
Ed è ciò che anch’egli confidò alla Radio Vaticana qualche anno fa:
“Per
me, è una gioia vedere che c’è un interesse grandissimo: gente che ancora ama la musica
sacra, questa musica veramente grande. Chi fa musica sacra ricorda continuamente Gesù
Cristo che disse Messa nel Cenacolo”.