2013-11-11 17:21:42

Il mio nome è Rom


RealAudioMP3 Dei 12 milioni di Rom che vivono in Europa, solo 150.000 sono in Italia. Di questi, meno di un terzo, 40.000, vivono nei campi e solo il 3% pratica il nomadismo. Sono alcuni dati con cui viene lanciata la campagna 'Romaidentity - Il mio nome è Rom', co-finanziata dalla Commissione Europea e promossa dalla ong 'Ricerca e cooperazione', ideata per abbattere i pregiudizi nei confronti della popolazione Rom. Nell'ambito della campagna l'associazione 'Rom Sinti@Politica' e l'Associazione stampa Romana hanno organizzato il primo corso di comunicazione per formare giovani leader e portavoce Rom, consapevoli della propria storia e cultura, delle problematiche che coinvolgono la propria comunità e, soprattutto, capaci di comunicarli ai media. "Il corso vuole aiutare i ragazzi Rom - siega Tiziana Barrucci di Stampa Romana - a non oscurare o nascondere le proprie origini, ma a metterle in buona luce. Cioè a farsi ascoltare e essere credibili e autorevoli in tutte le situazioni". "E' un corso che nasce dalla costatazione che la popolazione Rom in Italia è vista solo nella prospettiva dell'emergenza e i mass-media riferiscono solo le notizie negative che la riguardano". "I ragazzi imparano ad aprire dei blog, a parlare in pubblico, a realizzare dei video e alcuni di loro svolgeranno poi degli stage in ambito editoriale. Analizzano la nascita dei pregiudizi, i fenomeni di discriminazione e di autodiscriminazione". "Con il corso acquisiamo più sicurezza e impariamo ad esprimerci in pubblico, combattendo i pregiudizi che ci riguardano", spiega Marinella, 22 anni, giovane Rom residente a Bologna e partecipante al corso. "Io non vivo in un campo, ma in una casa normalissima, pago l'affitto e le tasse come tutte le persone che lavorano. Qui in città tutti Rom che conosco della mia comunità, ma anche serbi e kosovari, e anche gli amici della comunità dei Sinti, vivono in casa pagando un affitto, e non appartengono al mondo della criminalità". "I pregiudizi nascono perché molto spesso non veniamo ascoltati e coinvolti nei progetti che ci riguardano. I comuni spendono milioni di euro per legalizzare i campi solo per fare gli interessi delle cooperative coinvolte e non certo dei Rom. Noi abbiamo le nostre responsabilità perché spesso abbiamo paura di ammettere di essere Rom. Perché temiamo di essere discriminati o perdere il lavoro". "Ci sono Rom che delinquono ma questo riguarda ogni comunità e non è giusto sottolineare solo questa parte negativa della nostra popolazione". (A cura di Fabio Colagrande)







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