Dei 12 milioni
di Rom che vivono in Europa, solo 150.000 sono in Italia. Di questi, meno di un terzo,
40.000, vivono nei campi e solo il 3% pratica il nomadismo. Sono alcuni dati con cui
viene lanciata la campagna 'Romaidentity - Il mio nome è Rom',
co-finanziata dalla Commissione Europea e promossa dalla ong 'Ricerca e cooperazione',
ideata per abbattere i pregiudizi nei confronti della popolazione Rom. Nell'ambito
della campagna l'associazione 'Rom Sinti@Politica' e l'Associazione stampa Romana
hanno organizzato il primo corso di comunicazione per formare giovani leader e portavoce
Rom, consapevoli della propria storia e cultura, delle problematiche che coinvolgono
la propria comunità e, soprattutto, capaci di comunicarli ai media. "Il corso vuole
aiutare i ragazzi Rom - siega Tiziana Barrucci di Stampa Romana
- a non oscurare o nascondere le proprie origini, ma a metterle in buona luce. Cioè
a farsi ascoltare e essere credibili e autorevoli in tutte le situazioni". "E' un
corso che nasce dalla costatazione che la popolazione Rom in Italia è vista solo nella
prospettiva dell'emergenza e i mass-media riferiscono solo le notizie negative che
la riguardano". "I ragazzi imparano ad aprire dei blog, a parlare in pubblico,
a realizzare dei video e alcuni di loro svolgeranno poi degli stage in ambito editoriale.
Analizzano la nascita dei pregiudizi, i fenomeni di discriminazione e di autodiscriminazione".
"Con il corso acquisiamo più sicurezza e impariamo ad esprimerci in pubblico, combattendo
i pregiudizi che ci riguardano", spiega Marinella, 22 anni, giovane Rom
residente a Bologna e partecipante al corso. "Io non vivo in un campo,
ma in una casa normalissima, pago l'affitto e le tasse come tutte le persone che lavorano.
Qui in città tutti Rom che conosco della mia comunità, ma anche serbi e kosovari,
e anche gli amici della comunità dei Sinti, vivono in casa pagando un affitto, e non
appartengono al mondo della criminalità". "I pregiudizi nascono perché molto spesso
non veniamo ascoltati e coinvolti nei progetti che ci riguardano. I comuni spendono
milioni di euro per legalizzare i campi solo per fare gli interessi delle cooperative
coinvolte e non certo dei Rom. Noi abbiamo le nostre responsabilità perché spesso
abbiamo paura di ammettere di essere Rom. Perché temiamo di essere discriminati o
perdere il lavoro". "Ci sono Rom che delinquono ma questo riguarda ogni comunità e
non è giusto sottolineare solo questa parte negativa della nostra popolazione". (A
cura di Fabio Colagrande)