Centrafrica: torna la calma a Bouar. La Caritas in soccorso degli sfollati
È tornata la calma a Bouar, la città nel nord-ovest della Repubblica Centrafricana,
al centro degli scontri tra gli ex ribelli Seleka (che hanno preso formalmente il
potere a fine marzo) e alcuni gruppi spontanei di autodifesa chiamati 'Antibalaka'.
Come riferisce all’agenzia Fides padre Beniamino Gusmeroli, missionario betharramita
(Preti del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram). “La situazione è tranquilla e questo
ci permette di condurre al meglio le nostre attività. Come Caritas stiamo continuando
ad assistere gli sfollati provenienti dai villaggi che hanno cercato rifugio in città.
Abbiamo già fatto un primo censimento delle persone da assistere e abbiamo iniziato
la distribuzione di generi di prima di necessità”. A Bouar però rimane una tensione
latente, che rischia di approfondire la diffidenza tra cristiani e musulmani, per
via del fatto che gli appartenenti a Seleka sono musulmani mentre i cosiddetti 'Antibalaka',
sono in maggioranza cristiani. “I cristiani di Bouar che si erano rifugiati nella
cattedrale durante gli scontri di fine ottobre hanno abbandonato il luogo di culto,
ma una parte di loro, invece di tornare a casa, ha preferito nascondersi nelle campagne”
dice padre Gusmeroli. “Stiamo cercando di aiutarli portando loro un po’ di cibo, ma
la vera soluzione è la pacificazione degli animi che permetta a queste persone di
ritrovare la serenità per tornare nelle proprie case”. A tal fine i leader religiosi
cristiani e musulmani stanno coordinando i loro sforzi. “Teniamo incontri periodici,
quasi settimanali, tra i rappresentanti della commissione diocesana “Giustizia e Pace”
e i capi musulmani, che prevedono momenti di riflessione comune e di preghiera, per
evitare di fomentare nuove divisioni e riappacificare gli animi” riferisce il missionario.
A Bouar sono presenti infine i militari della Fomac (la forza dispiegata nel Paese
dagli Stati dell’Africa Centrale) che hanno il compito di proteggere la popolazione
civile. (R.P.)