Kenya: per i vescovi, insicurezza, corruzione e avidità devastano la nazione
Il Kenya è attanagliato da una serie di gravi problemi come insicurezza, corruzione
e brama di potere. Condividendo le proprie riflessioni e preoccupazioni, i vescovi
del Kenya, a conclusione dell’assemblea svoltasi nell'arcidiocesi di Kisumu, esprimono
vicinanza “ai fratelli e sorelle della nostra nazione”, invitando ogni cittadino “a
sperare” e fare quanto è nelle proprie possibilità. In un comunicato dell’8 novembre,
firmato dal card. John Njue, presidente della Conferenza episcopale, e inviato all’agenzia
Fides, i vescovi analizzano la situazione citando come primo motivo di preoccupazione,
lo “stato di insicurezza”, soprattutto nel Nord, dove si sono verificati anche episodi
di incendio di chiese e uccisioni di leader religiosi. In particolare i vescovi deplorano
che “alcune persone continuano ad usare il nome di Dio e della religione per uccidere
e mutilare persone innocenti”. L'estremismo religioso – affermano – “sarà solo benzina
per i conflitti e per creare ulteriori divisioni e conflitti tra le comunità”. Altro
problema serio è la corruzione che è “come un drago che va a caccia del presente e
del futuro del nostro Paese”. I Pastori esortano tutti i keniani “a esercitare i più
alti livelli di integrità, nei loro lavoro e doveri quotidiani”. Sradicare la corruzione
è una necessità “per salvare le nostre vite, la nostra nazione e per le generazioni
future”. Accanto alla corruzione vi sono nepotismo, brama di potere e di ricchezza,
discriminazione su base etnica e religiosa, “che ancora dilagano nelle amministrazioni
centrali e regionali”. I vescovi si soffermano anche sulla proposta di legge per regolamentare
i mass-media, chiedendo che “si incoraggi la partecipazione pubblica nel settore delle
Telecomunicazioni”, ricordando che il ruolo dei mass media è “mettere in luce le questioni
di interesse nazionale e da sottoporre al dibattito pubblico”, ispirandosi ai principi
di trasparenza e verità. In conclusione il testo, con le parole di San Paolo, invita
la popolazione a “camminare in maniera degna della vocazione di tutti”, esercitando
valori come umiltà , mansuetudine, pazienza, carità e pace, auspicando che siano i
valori ispiratori della nazione. (R.P.)