Il dolore del Papa per le vittime del Tifone nelle Filippine: 10.000 morti
Il Papa ha espresso profondo dolore per quanto sta accadendo nelle Filippine, dove
si stima siano 10.000 i morti causati dal super-tifone Haiyan-Yolanda. Papa Francesco
è stato informato della drammatica situazione che sta vivendo il Paese e in un tweet
in inglese esprime la sua vicinanza alla popolazione: "Chiedo a tutti voi di unirvi
a me nella preghiera per le vittime del tifone Haiyan-Yolanda, specialmente quelli
nelle amate isole delle Filippine". Il servizio di Debora Donnini:
Si
stima siano circa 10.000 i morti causati dal passaggio del ciclone Haiyan-Yolanda:
la maggior parte delle vittime nella città costiera di Tacloban, sull’isola di Leyte,
al centro dell’arcipelago delle Filippine. Qui vengono segnalati danni catastrofici,
con pochi edifici rimasti in piedi. Distrutto l’aeroporto. Duecento le vittime a Samar.
Con venti fino a 320 Kilometri orari, piogge torrenziali e onde alte anche a 6 metri,
Haiyan è considerato un super-tifone di categoria 5, la massima, ed è il più violento
ad aver mai colpito il paese. Ottocentomila le persone evacuate. L'esercito filippino
sta impiegando oltre 15mila soldati nei soccorsi, ma data la necessità di usare gli
elicotteri per spostarsi, gli aiuti vanno a rilento. L’Unicef esprime preoccupazione
perché degli oltre 4 milioni di persone colpite, il 40% sono bambini. Il Programma
alimentare mondiale delle Nazioni Unite, Pam, è pronto a fornire tutta l'assistenza
possibile al governo nelle Filippine, come anche l’Unione europea. Malgrado ora la
potenza si sia abbassata a livello 4, il tifone potrebbe riprendere forza passando
sul Mar cinese meridionale. Haiyan è atteso in queste ore in Vietnam, dove le autorità
hanno già evacuato circa 600 mila persone.
Massimiliano Menichetti ha
raggiunto telefonicamente nelle Filippine, padre Sebastiano D’Ambra, missionario
del Pime a Zamboanga:
R. - La situazione
è molto grave. E’ il tifone più devastante di questi ultimi tempi. Si dice che milioni
di persone saranno, in qualche modo, colpite da questo evento: migliaia e migliaia
di persone stanno cercando un rifugio. Ci sono tantissimi morti e dispersi e si prevede
che saranno molti, molti di più, man mano che le notizie arriveranno.
D. -
Come stanno andando i soccorsi?
R. - C’è un piano di emergenza messo in atto
da parte del governo e stanno coordinando la situazione, ma in alcune zone non riescono
ad andare. Si sono interrotte tutte le comunicazioni telefoniche: tutto è stato distrutto!
Sono veramente notizie molto allarmanti.
D. - La Caritas delle Filippine,
la Chiesa si è già attivata?
R. - Certamente! C’è tutta la struttura delle
parrocchie e tutte le diverse realtà che normalmente ci sono nelle diocesi. Speriamo
veramente che le organizzazioni internazionali e locali riescano a fare tutto il possibile,
perché c’è bisogno di tutto! Le Filippine stanno attraversando un periodo di grande
tribolazione. Il 9 settembre, qui a Zamboanga, abbiamo avuto un terribile attacco
da parte del Fronte di Liberazione Nazionale Moro (Mnlf), diecimila case sono state
bruciate, centinaia i morti e più di 100 mila persone sono ancora sfollate. Stiamo
cercando ancora di fare qualcosa. Poi, dopo alcune settimane, c’è stato un grosso
terremoto nella zona di Bohol e Cebu. E adesso questo tifone…
D. - Lei diceva:
“pregate e state vicino alla popolazione”…
R. - La preghiera è un grande mezzo.
Credo che questo, come altri casi di calamità, possa aiutare la gente a portare solidarietà,
cercando di aiutarsi l’uno con l’altro.