Il Papa: chi serve la giustizia nella Chiesa non sia burocrate ma buon pastore attento
alla pecora smarrita
L’immagine del Buon Pastore sia il modello per chi serve la giustizia nella Chiesa.
È l’auspicio col quale Papa Francesco ha concluso il suo discorso agli oltre 50 membri
del supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, ricevuti ieri mattina in udienza.
In particolare, il Papa ha offerto alcune considerazioni in tema di nullità matrimoniale
e sul ruolo che al suo interno svolge il cosiddetto “Difensore del vincolo”. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
Chi amministra
la giustizia nella Chiesa non può farlo con l’indifferenza di un passacarte. Soprattutto
se l’argomento del confronto giuridico e processuale tocca aspetti delicati come avviene
nei casi di nullità del vincolo matrimoniale. Con i membri del Tribunale della Segnatura
Apostolica, Papa Francesco si sofferma sul “Difensore del vincolo”, figura cui è attribuita,
sottolinea, una “funzione importante” nei processi canonici di nullità. Il servizio
svolto dal Difensore del vincolo è anche oggetto di dibattito alla plenaria in corso
della Suprema corte vaticana e Papa Francesco ha apprezzato l’attenzione posta al
tema:
“L’attenzione rivolta al ministero del Difensore del vincolo è senz’altro
opportuna, perché la sua presenza e il suo intervento sono obbligatori per tutto lo
sviluppo del processo. Allo stesso modo è previsto che egli debba proporre ogni genere
di prove, di eccezioni, ricorsi ed appelli che, nel rispetto della verità, favoriscano
la difesa del vincolo”.
Di questi aspetti, ricorda il Papa, tratta anche
l’Istruzione Dignitas connubii, documento della Segnatura Apostolica che contiene
norme processuali e che, nella fattispecie, descrive il ruolo esercitato dal Difensore
del vincolo nelle cause di nullità per incapacità psichica, "che in alcuni Tribunali
costituiscono il capo unico di nullità". Dunque, afferma Papa Francesco:
“…il
Difensore del vincolo che vuole rendere un buon servizio non può limitarsi ad una
frettolosa lettura degli atti, né a risposte burocratiche e generiche. Nel suo delicato
compito, egli è chiamato a cercare di armonizzare le prescrizioni del Codice di Diritto
Canonico con le concrete situazioni della Chiesa e della società”.
Inoltre,
chiarisce Papa Francesco, tra Difensore del vincolo matrimoniale e il giudice che
dovrà risolvere la causa deve correre un rapporto di “rispettoso e attento dialogo”.
Il compito del primo, afferma, “non prevarica quello del giudice”, mentre questi anzi
può “trovare nell’accurata opera di colui che difende il vincolo matrimoniale un aiuto
alla propria attività”. Ciò per il Papa riflette in senso ampio anche la responsabilità
e lo stile che deve caratterizzare coloro che amministrano la giustizia ecclesiale,
specialmente – nota – quando dei fedeli “fiduciosi richiedono di chiarire autorevolmente
il proprio status”:
“Pertanto, bisogna sempre tenere vivo il raccordo tra
l’azione della Chiesa che evangelizza e l’azione della Chiesa che amministra la giustizia.
Il servizio alla giustizia è un impegno di vita apostolica: esso richiede di essere
esercitato tenendo fisso lo sguardo all’icona del Buon Pastore, che si piega verso
la pecorella smarrita e ferita”.