2013-11-08 14:08:35

Dopo il taglio di "rating" della Francia da parte di S&P, borse negative


Borse europee ancora negative dopo la seduta in ribasso a Wall Street e in Asia. Oltre al taglio del rating sulla Francia, da AA+ a AA, da parte di Standard & Poors, pesano sui listini i timori per una stretta al piano di riacquisto dei bond da parte della statunitense Fed. Negli Stati Uniti, infatti, dopo i dati in crescita di giovedì sul Pil, c’è attesa per i dati che saranno pubblicati sulla disoccupazione. Se anche questi dovessero essere positivi, è immaginabile proprio una riduzione del supporto della Fed che potrebbe avere effetti negativi sui mercati europei. Del declassamento della Francia e delle prospettive per l’Europa, Fausta Speranza ha parlato con l’economista Paolo Guerrieri, docente all’Università La Sapienza di Roma:RealAudioMP3

R. - L’economia francese va male, i conti francesi vanno male. Quindi, è stata una presa d’atto, forse troppo rimandata. La Francia è in serie difficoltà, perché in realtà non attua quelle politiche che sarebbero necessarie. Si spera in una reazione del governo e del presidente Hollande, affinché vengano messe in campo quelle misure da tempo invocate.

D. - Misure verso quale direzione?

R. - Su due fronti: da un lato, ci sono misure di austerità che la Francia ancora non ha preso, ma dall’altro c’è soprattutto il rilancio della competitività. Il sistema produttivo francese, in qualche modo, è in grave difficoltà da anni perché non sono state prese delle misure di liberalizzazione, di ristrutturazione, di rilancio che altri Paesi in realtà hanno varato da tempo. Quindi, si continua a rimandare, a rinviare. Questa è stata, per ora, la politica del governo francese.

D. - Gli Stati uniti stanno registrando segnali positivi e dunque l’intervento della Fed si riduce. Questo può avere ripercussioni negative per l’Europa dove la Bce taglia il tasso del denaro. Ma questo basta? Che altro si deve fare?

R. - La riduzione del tasso di interesse era assolutamente necessaria e, se si vuole, scontata. Purtroppo non basterà, perché temo che in realtà il rientro di una politica monetaria ultraespansiva americana e quindi le decisioni della Fed saranno ancora rinviate, nonostante la situazione stia migliorando sensibilmente come abbiamo sentito dai dati. Quindi, in realtà noi stiamo giocando una partita nei confronti degli Stati Uniti e del Giappone, che usano le politiche monetarie in una chiave ultraespansiva, con una Banca centrale europea che ha poteri e strumenti limitati. Ancora una volta, è la mancanza d’Europa che ci penalizza fortemente a livello economico.

D. - Che altro dire in questo momento di politiche europee?

R. – Bisogna prima di tutto spingere fortemente perché poi la Banca centrale europea decida di fare quello che può fare, vale a dire mettere in atto, sebbene in stile europeo, delle cosiddette forme di quantitative easing. In altre parole, la Banca centrale compra direttamente dei titoli che vengono in qualche modo emessi e che, a questo punto, potrebbero non essere i titoli sovrani - perché qui in Europa sarebbe un gran problema - ma potrebbero essere i titoli delle imprese. Quindi, la Bce deve fare una politica monetaria che sia in qualche modo in linea e in riposta a quello che stanno facendo ormai da tempo Giappone e Stati Uniti. Secondo, bisogna rilanciare la domanda interna dell’area dell’euro: questa famosa ripresa, di cui tanto ormai parliamo, è un modestissimo rimbalzo congiunturale. In questo modo, con un euro che si rafforza proprio in conseguenza di queste politiche diverse che vengono fatte a livello europeo, questa seppur modesta ripresa rischia in realtà di ridursi ancor di più. Quindi, c’è assolutamente bisogno di misure che sostengano la domanda interna. La Germania deve uscire da questa sorte di continue politiche restrittive, bisogna prendere in qualche modo delle decisioni di investimento a livello europeo. Il Consiglio europeo a fine anno dovrebbe varare misure di questo genere, altrimenti ci troveremo un 2014 di pieno ristagno a livello di area euro. Per l’Italia, sarebbe naturalmente estremamente negativo, per non dire altro.

Ultimo aggiornamento: 9 novembre







All the contents on this site are copyrighted ©.