Preoccupazione per il testo "Standard sull'educazione sessuale in Europa"
Sta facendo discutere il documento “Standard per l’educazione sessuale in Europa”,
avviato dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Oms, l'Organizzazione Mondiale della
Sanità, e realizzato dal Centro Federale per l’Educazione alla Salute (BZgA) di Colonia,
da diffondere presso i ministeri dell’Istruzione e della Salute in Europa. Dopo un’impostazione
generale, nel testo si illustra come l’educazione sessuale vada insegnata ai bambini
a seconda delle diverse fasce d’età: da 0 a 4 anni, da 4 a 6, da 6 a 9, da 9 a 12,
da 12 a 15 e dai 15 in su. Preoccupazione è stata espressa da diverse associazioni
fra cui la Fondazione Novae Terrae che si occupa di diritti umani. Debora Donnini
ha intervistato il direttore generale di Novae Terrae, Luca Volonté:
R. – Quello
che ci ha colpito è che, appunto, un’idea ispiratrice di questo documento era già
ricompresa in molti scritti dei grandi maestri dell’ideologia di gender ed anche nei
Principi di Yogyakarta. E la cosa più sconvolgente è che questi Principi siano diventati
la base di un documento, che riporta dettagliatamente come, a loro avviso, l’educazione
sessuale dovrebbe rispondere a standard equilibrati, sempre secondo la loro opinione.
Questi standard sono molti preoccupanti, perché prevedono un’ipersessualizzazione,
e cioè l’introduzione del bambino ad un ‘abuso’ della sessualità del proprio corpo
fin dalla giovanissima età, cioè da 0 a 4 anni.
D. – Emerge praticamente che,
per esempio, ai bambini da 0 a 4 anni è consigliata la “masturbazione infantile precoce”
e che i bambini da 4 a 6 anni dovranno essere istruiti sull’amore e sulle relazioni
con persone dello stesso sesso. E’ così?
R. – E’ esattamente così. Purtroppo
queste sono due delle previsioni di questo documento. Dobbiamo renderci conto di cosa
voglia dire una precoce masturbazione da 0 a 4 anni. Questa esplorazione della sessualità
per un bambino di quattro anni, come per qualsiasi ragazzo non completamente formato,
può significare anche quello che sta accadendo per esempio in Olanda, e cioè che i
propri genitori, quando un bambino rientra nella propria abitazione con problemi creati
da lezioni scolastiche di questo tipo, possano chiedere – come fanno appunto molti
nei Paesi Bassi – una terapia ormonale per bloccare la sessualità del maschio o della
femmina, del bambino o della bambina, grazie a questi medicinali chimici. Poi c’è
l’informazione ai bambini dai 4 ai 6 anni sulle relazioni con persone dello stesso
sesso e anche informazioni, sempre dai 4 ai 6 anni, sulle forme nuove di relazione
e le differenti idee sul concetto di famiglia.
D. – Dai 6 ai 9 anni, invece,
i maestri sono esortati ad istruire sui cambiamenti del corpo - come mestruazioni,
eiaculazione, variabilità individuali nel corso dello sviluppo - offrendo tra l’altro
nozioni sui diversi metodi contraccettivi. Poi, dai 9 ai 12 anni, i bambini dovranno
essere istruiti sui rischi e le conseguenze delle esperienze sessuali non protette,
ovvero sulle malattie sessualmente trasmissibili e le ‘gravidanze indesiderate’...
R.
– Dai 9 ai 12 anni si tratta di dare informazioni sull’orientamento sessuale, ma anche
capire la differenza che esiste tra l’orientamento di genere e sesso biologico; produrre
informazioni sui diritti sessuali definiti dall’IPPF, che è notoriamente una delle
più grandi fondazioni internazionali, che appunto definisce tra i diritti sessuali
anche il diritto all’aborto.