Medio Oriente: Kerry tenta di rilanciare il processo di pace. Ipotesi di avvelenamento
per Arafat
Lo stallo nel processo di pace israelo-palestinese rischia di diventare una vera e
propria crisi. Il segretario di Stato Usa, Kerry, al suo ennesimo viaggio nella regione,
con grande difficoltà continua a parlare di accordo non impossibile, ma non ci sono
passi avanti e, anzi, ieri ci sono state dure prese di posizione dei negoziatori di
entrambe le parti. Kerry, da parte sua, si è sbilanciato sugli insediamenti dei coloni
israeliani. Il servizio di Fausta Speranza
L'amministrazione
statunitense considera "gli insediamenti israeliani illegittimi e dannosi per il proseguimento
del processo di pace". Lo ribadisce Kerry. E poi il segretario di Stato smentisce
che i palestinesi abbiano acconsentito alla costruzione di nuovi alloggi nelle colonie
in cambio della liberazione dei detenuti da parte di Israele, come ha più volte sostenuto
la leadership dello Stato ebraico. Non sono gli unici punti controversi, ma Kerry
in ogni caso continua a difendere l’idea di un accordo entro i 9 mesi pensati. E c’è
da dire che a proposito di Medio Oriente nelle ultime ore sono di primo piano le rivelazioni
sulla morte di Arafat. Secondo le indiscrezioni di Al Jazeera, gli specialisti svizzeri
dell'università di Losanna incaricati di analizzare i resti del fondatore dell'Olp,
morto nel 2004, hanno trovato tracce di polonio, veleno altamente radioattivo, diciotto
volte al di sopra della normalità. La vedova denuncia quello che definisce un omicidio
politico. Proprio su sollecitazione di Suha Arafat era stata riesumata la salma.
Intanto a Tel Aviv il premier Netanyahu si congratula con l'ex ministro
degli Esteri Lieberman, che è stato prosciolto ieri dalle accuse di frode e di abuso
di fiducia, e lo riaccoglie nel governo di Israele, dove – sottolinea - continueranno
a lavorare assieme per il bene del Paese.