Il Papa: la debolezza d'amore di Dio per chi è smarrito è la gioia della misericordia
La gioia di Dio è ritrovare la pecorella smarrita, perché ha una "debolezza d'amore"
per quanti si sono perduti: è quanto ha detto Papa Francesco durante la Messa presieduta
nella cappella di Casa Santa Marta. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Commentando
le parabole della pecorella smarrita e della moneta perduta, il Papa spiega l’atteggiamento
di scribi e farisei che si scandalizzavano delle cose che Gesù faceva e mormoravano
contro di Lui: “Quest’uomo è un pericolo”, pranza con i pubblicani e i peccatori,
“offende Dio, dissacra il ministero del profeta … per avvicinarsi a questa gente”.
Gesù – afferma il Papa – dice che questa “è la musica dell’ipocrisia” e “a questa
ipocrisia mormoratrice risponde con una parabola”:
“Alla mormorazione Lui
risponde con una parabola gioiosa. Quattro volte, in questo piccolo brano, viene la
parola gioia o allegria: tre volte gioia e una allegria. ‘E voi – come se lui dicesse
– voi vi scandalizzate di questo, ma mio Padre gioisce’. Quello è il messaggio più
profondo di questo: la gioia di Dio, che è un Dio cui non piace perdere, non è un
buon perdente e per questo, per non perdere, esce da sé e va, cerca. E’ un Dio che
cerca: cerca tutti quelli che sono lontani da Lui. Come il pastore, che va a cercare
la pecora smarrita”.
Il lavoro di Dio – sottolinea il Papa – è "andare
a cercare” per “invitare alla festa tutti, buoni e cattivi”:
“Lui non tollera
perdere uno dei suoi. Ma questa sarà anche la preghiera di Gesù, nel Giovedì Santo:
‘Padre, che non si perda nessuno di quelli che Tu mi hai dato’. E’ un Dio che cammina
per cercarci e ha una certa debolezza d’amore per quelli che si sono più allontanati,
che si sono perduti ... Va e li cerca. E come cerca? Cerca sino alla fine, come questo
pastore che va nel buio, cercando, finché la trova; o come la donna, che quando perde
quella moneta accende la lampada, spazza la casa e cerca accuratamente. Così cerca
Dio. ‘Ma questo figlio non lo perdo, è mio! E non voglio perderlo’. Ma questo è nostro
Padre: sempre ci cerca”.
Poi, “quando ha trovato la pecorella” e la riporta
nell’ovile ponendola accanto alle altre – spiega il Papa – nessuno deve dire: “Tu
sei persa”, ma “Tu sei una di noi”, perché le ridà tutta la dignità. “Non c’è differenza”
perché Dio “risistema tutti quelli che ha trovato. E quando fa questo è un Dio che
gioisce”:
“La gioia di Dio non è la morte del peccatore, ma la sua vita:
è la gioia. Quanto lontano era questa gente che mormorava contro Gesù, quanto lontano
dal cuore di Dio! Non lo conoscevano. Credevano che essere religiosi, che essere persone
buone fosse andare sempre bene, anche educati e tante volte fare finta di essere educati,
no? Questa è l’ipocrisia della mormorazione. Invece, la gioia del Padre, Dio, è quella
dell’amore: ci ama. ‘Ma, io sono un peccatore, ho fatto questo, questo, questo!’ …‘Ma
io ti amo lo stesso e vado a cercarti e ti porto a casa’. Questo è il nostro Padre.
Pensiamo”.