2013-11-05 08:14:27

Il segretario di Stato Usa Kerry in M.O.: negoziati di nove mesi per il processo di pace


Giungere ad un piano definitivo alla fine dei nove mesi di negoziati di pace tra Israele e palestinesi: è l’obiettivo dichiarato dal segretario di Stato Usa John Kerry, atteso stasera in Medio Oriente per il suo ennesimo viaggio teso a dare nuovo impulso ai colloqui. A rovinare il clima l'annuncio che Israele costruirà altre 1.859 case in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Immediata la risposta palestinese: ‘ricorreremo all'Onu’. Salvatore Sabatino ha intervistato Eric Salerno, editorialista de il Messaggero ed esperto dell’area mediorientale RealAudioMP3

R. - È l’ultimo tentativo che ha l’amministrazione Obama di riuscire a raccogliere un successo in politica estera dopo tutti i fallimenti degli ultimi anni. È forse anche un po’ tardi, però al momento sembra che il premier Netanyahu stia reagendo sempre - o quasi sempre - in maniera positiva, anche se poi a livello di azioni le cose cambiano.

D. - Le cose cambiano: infatti nel frattempo Israele ha pubblicato la proposta di appalto per circa 1.800 nuove case sia in Cisgiordania sia a Gerusalemme Est. Una posizione, questa, che rischia di far salire nuovamente la tensione…

R. - Sì, questo è un problema. È il solito “diamo un contentino ai palestinesi o agli americani”, in questo caso nel rinegoziare la pace: diamo un contentino ai palestinesi perché rilasciamo un po’ di prigionieri - che lo erano da molti anni in Israele - e diamo un contentino ai coloni e alla destra, che ci chiede assolutamente qualcosa in cambio per questa cosiddetta apertura da parte di Netanyahu. Il problema è che questa strategia è stata portata avanti da molti governi israeliani e ha portato a una crescita enorme delle case negli insediamenti, sia nelle case contestate di Gerusalemme, che nei Territori palestinesi occupati.

D. - Altro problema è rappresentato dalle divisioni in seno ai palestinesi. Ricordiamo le divisioni tra Cisgiordania e Gaza. Gli Stati Uniti possono, secondo te, risanare le fratture in qualche modo?

R. - No, non direi che gli Stati Uniti possono fare molto. Se e quando ci sarà una possibilità di un accordo tra Israele e i palestinesi mediata dagli Stati Uniti, a quel punto Hamas, che controlla Gaza, dovrà in qualche modo aprire all’autorità nazionale palestinese perché sicuramente a quel punto ci sarà una richiesta di referendum oppure si andrà a uno scontro. Se lo scontro, a quel punto, non sarà solo politico ma militare, sicuramente l’autorità nazionale palestinese, con l’assistenza - se vogliamo indiretta - degli Stati Uniti e dei suoi alleati nella regione riuscirà a riprendere il controllo della Striscia di Gaza.







All the contents on this site are copyrighted ©.