Siria. L'opposizione gela "Ginevra 2". Il vescovo di Aleppo: serve volontà di pace
L'opposizione siriana non parteciperà alla conferenza di pace di "Ginevra-2", sponsorizzata
da Russia e Usa, se sarà presente l'Iran e senza un calendario per l'uscita di scena
di Bashar al-Assad. L'ha detto al Cairo il leader della Coalizione nazionale siriana
Ahmed Jarba, che rappresenta una piattaforma di oppositori siriani che non include
le milizie jihadiste, sempre più forti sul terreno. Il servizio di Marina Calculli:
Le
parole di Jarba piovono come una doccia fredda sugli sforzi internazionali per arrivare
a "Ginevra 2", proprio mentre il segretario di stato americano John Kerry è in visita
nella regione per cercare di preparare il terreno per la conferenza. Kerry, che ieri
ha fatto una breve tappa al Cairo, a proposito delle divergenze in seno all’opposizione
ha detto che esse “non devono far perdere di vista l’obiettivo comune: riportare la
pace in Siria e restituire ai suoi cittadini una chance di futuro”. E a proposito
del presidente Bashar al-Assad, Kerry ha detto: “non potrà fare parte di un futuro
governo, perché ha perduto ogni autorità morale”. Ferma la risposta di Damasco. Il
ministro degli esteri siriano ha risposto al segretario di stato che “se continuerà
a fare di queste dichiarazioni, contribuirà a far fallire Ginevra 2”. Per il governo
le parole di Kerry suonano come “un’ingerenza inammissibile negli affari domestici”.
Intanto la guerra in Siria continua. Ieri colpi di mortaio hanno raggiunto le mura
della cittadella di Damasco. La pressione dei ribelli attorno alla capitale stringe.
I rifugiati intanto crescono nei paesi vicini e ieri il re Abdallah II di Giordania
ha lanciato un nuovo appello alla comunità internazionale: “ci servono più aiuti”.
Appare
sempre più in salita la strada per la conferenza di Ginevra 2 sulla pace in Siria,
prevista in teoria per il 23 novembre. E non c'è nessuna conferma che il fronte anti-regime
possa formare una delegazione unitaria. Della frammentazione delle parti che si oppongono
ad Assad Fausta Speranza ha parlato con mons. Antoine Audo, vescovo
di Aleppo dei Caldei e presidente di Caritas Siria:
R. - Penso
che sia necessaria una volontà internazionale a sostegno di questo incontro per arrivare
ad una soluzione per questa guerra, che ormai è una questione di livello internazionale;
si deve riuscire ad avere una volontà internazionale per trovare una strada di pace
e di riconciliazione. A questo incontro, sicuramente, dovrebbero essere presenti tutte
le parti in conflitto, il governo siriano e l’opposizione democratica libera da ogni
tipo di sostegno estero, soprattutto in armi e denaro. Questa è la visione.
D.
- Che cosa dire della situazione attuale del conflitto? Chi sono le parti coinvolte?
Si capisce chi sono?
R. - Diventa sempre più problematico. Si sa che ovviamente
c’è l’esercito e il governo, ma poi nello specifico dell’altra parte non si sa nulla.
Ci sono tanti gruppi, tante denominazioni che provocano veramente una grande confusione.
Anche noi siriani abbiamo difficoltà ad identificare le persone, scopriamo ora lotte
interne e questo è un segnale reale di manipolazione che proviene dall’esterno. Si
può dire in modo oggettivo.
D. - Forze fondamentaliste …
R. – Sì, ci
sono tanti fondamentalisti. Penso che dietro di loro ci siano forze che forniscono
il loro sostegno attraverso le armi per arrivare ad uno scopo preciso. Non si sa.
È veramente molto difficile identificarli perché non ci sono persone, nomi, comunicazioni
ufficiali. Hanno distrutto l’economia, le industrie, hanno paralizzato il Paese! E
tutto questo per arrivare a dominare, per arrivare al potere.
D. - Che dire
dei cristiani?
R. - I cristiani sono in prima linea. Come tutti i siriani,
hanno difficoltà di tipo economico e come gruppo di minoranza hanno ancora più difficoltà
perché sentono che il loro futuro è in pericolo. E questo è un dispiacere per la Chiesa!
Questa bella presenza storica, di tradizione, di capacità, diventa sempre più debole
e senza forze per poter continuare. Questa è una nostra tristezza.