2013-11-04 12:27:19

Egitto. Rinviato a gennaio processo all’ex presidente. Morsi: è una farsa


“Sono il presidente legittimo dell'Egitto e chiedo alla Corte di mettere fine a questa farsa". Così l'ex presidente egiziano, Mohamed Morsi, nella prima udienza del processo a suo carico, per incitazione alla violenza, apertasi ieri mattina presso l'Accademia di Polizia del Cairo. L'udienza è stata sospesa dal giudice quando gli altri 14 imputati hanno cominciato a scandire slogan contro i militari, eco dei tafferugli scoppiati all'esterno del tribunale. Il processo riprenderà l’8 gennaio 2014 e la Tv di Stato ha riferito che Morsi sarà trasferito nel carcere Burj Al Arab di Alessandria, nel nord del Paese. Massimiliano Menichetti ha chiesto un commento a Gabriele Iacovino, responsabile analisti del Centro studi internazionali:RealAudioMP3

R. – Lo scontro tra le autorità militari e la Fratellanza va avanti ed il processo all’ex presidente Morsi ne è un po’ l’apice. Sicuramente, la tensione è ancora alta anche perché le due parti continuano a non parlarsi e portano avanti un muro contro muro che si svolge sia nell’aula del tribunale sia nelle strade: ogni avvenimento, sia politico che istituzionale - come appunto il processo a Morsi - viene poi accompagnato da scontri di piazza.

D. – Il presidente Morsi ha subito detto: “Io sono il vostro presidente e non riconosco la legittimità di questo tribunale”. Cosa uscirà da questo procedimento?

R. – Difficile prevederlo, anche perché proprio questa situazione di “muro contro muro” porta a una situazione di stallo. A maggior ragione, in un momento in cui anche la comunità internazionale è divisa su cosa sta succedendo in Egitto e come trovare una soluzione. Pensiamo all’atteggiamento degli Stati Uniti che in questo non vedono di buon occhio le autorità militari e che continuano a mantenere il potere, nonostante ci siano state elezioni che – per quanto siano state vinte dalla Fratellanza Musulmana – sono state democratiche. Altro aspetto fondamentale per leggere la situazione egiziana è anche la dicotomia all’interno del contesto regionale, con le stesse monarchie del Golfo divise rispetto agli avvenimenti egiziani: da una parte, l’Arabia Saudita, il Kuwait che appoggiano le autorità militari soprattutto in un’ottica anti-Fratellanza musulmana. Dall’altra, il Qatar che è sempre stato uno dei principali sponsor della Fratellanza e che l’ha appoggiata, nonostante in questo momento stia continuando a finanziare le casse dello Stato egiziano ormai allo stremo.

D. – Comunque, un processo che si dovrà tutto delineare…

R. – Siamo solo al primo step, bisognerà valutare i prossimi passi. Ricordiamo anche che un altro procedimento importante era iniziato nei confronti dell’ex presidente Mubarak, poi le vicende politiche lo hanno bloccato. Sicuramente, anche il processo nei confronti di Morsi risentirà profondamente delle dinamiche politiche che da qui a sei mesi attraverseranno il Paese. È vero pure che all’interno del potere giudiziario egiziano è in corso, anche lì, una dicotomia tra i sostenitori del potere militare – quindi del vecchio regime – e i sostenitori della Fratellanza musulmana che comunque hanno preso molto potere durante tutto l’anno della presidenza Morsi. Anche questo sarà un fattore fondamentale nel proseguo del processo.

Ultimo aggiornamento: 5 novembre







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