2013-11-04 15:56:33

4 novembre: Napolitano ringrazia i militari all'estero e per i soccorsi a Lampedusa


Lunedì, per Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del milite ignoto, all’Altare della Patria a Roma. Subito dopo il 'silenzio', c’è stato il passaggio delle Frecce Tricolori. Il presidente della Repubblica ha rinnovato il suo apprezzamento ai militari impegnati nei diversi teatri di crisi e ricordato il merito degli uomini e delle donne che hanno partecipato alle operazioni di soccorso a Lampedusa. Il messaggio del Presidente Napolitano è stato inviato anche ai circa 6.000 militari impegnati in 34 missioni internazionali nei diversi teatri operativi. Elvira Ragosta ha raccolto la testimonianza del capitano Eugenio Liotti, capo di Pubblica Informazione del contingente italiano in Libano:RealAudioMP3

R. - Ci siamo raccolti per dare lettura del messaggio del presidente della Repubblica. Ovviamente, subito dopo il messaggio, abbiamo avviato le nostre attività quotidiane. Noi ci stringiamo idealmente con tutti i nostri colleghi che attualmente sono impegnati anche nelle altre missioni e in tutte le attività sul territorio nazionale. Ovviamente un particolare ricordo è stato rivolto a tutti i nostri caduti.

D. - In questo giorno quanto è forte il sentimento di solidarietà tra i militari italiani impegnati nei teatri operativi?

R. - In Libano siamo particolarmente emozionati, ci sentiamo veramente orgogliosi di quello che stiamo facendo e sentiamo - soprattutto grazie al presidente della Repubblica - la vicinanza della nostra nazione.

D. – La missione Unifil in Libano monitora il confine con Israele, assiste le popolazioni locali e supporta le Forze Armate libanesi. Ci può raccontare degli ultimi progetti assistenziali per le popolazioni?

R. - Noi già dalla prima missione avvenuta proprio nel 2006 sempre con la Brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli che attualmente guida l’attuale missione Leonte 14 abbiamo, un progetto molto apprezzato dalla popolazione. È quello che definiamo “Medical care”; sono dei veri e propri ambulatori mobili composti da staff sanitario delle forze armate, in particolare dell’esercito italiano. Attualmente, ad esempio, per quanto riguarda il nostro mandato, abbiamo già superato le 2300 visite a favore della popolazione libanese in tutta l’area di responsabilità che - per intenderci - è un quadrato di circa 30 kilometri per lato. Quindi sono numeri davvero molto importanti.

La missione Onu in Libano si avvale anche del supporto della nave Andrea Doria. 240 i militari impegnati sul cacciatorpediniere, ai comandi del capitano di Vascello Gian Franco Annunziata, che sul 4 novembre ci ha detto:

R. - È una giornata nella quale sentiamo di più anche la vicinanza dei nostri connazionali, dei nostri colleghi che si trovano in altri teatri operativi e chiaramente anche la vicinanza alle nostre famiglie. È un momento in cui, più che in altre situazioni, ci viene riconosciuta l’importanza di quello che facciamo: certamente stare lontani da casa ma sapere che gli altri capiscono l’importanza di ciò che stiamo facendo è un forte incentivo che ci aiuta ad affrontare l’impegno e la difficoltà del lavoro che facciamo.

D. – Nel messaggio del presidente Napolitano c’era un ringraziamento anche ai soccorsi in mare dei migranti a Lampedusa…

R. – E’ un ringraziamento che noi uomini della marina abbiamo colto con grande attenzione. La salvaguardia della vita umana in mare è un compito fondamentale per i marinai, così il rispetto della sicurezza della vita umana in mare. Quindi, chi è coinvolto in questa missione importante di natura umanitaria sta sicuramente dando il 100%, perché comunque è un sentimento insito nell’essere marinai; al di là del fatto che in questo momento ci sia un’operazione dedicata in maniera così importante e significativa a questa attività.

D. – Sono 240 i militari che compongono l’equipaggio della nave Andrea Doria. Ci può dire sinteticamente qual è il vostro ruolo all’interno della missione Unifil?

R. – La missione Unifil dal 2006 ha una sua componente marittima, “Maritime task force”. È dal 10 ottobre che siamo rientrati da questa missione con l’Andrea Doria. Si tratta di una missione che ha due finalità estremamente significative: quella di impedire, attraverso operazioni di interdizione marittima, l’ingresso sul territorio libanese di armi non autorizzate; l’altra - che forse quella più significativa - è il ruolo essenziale che noi svolgiamo nell’addestramento della componente marittima delle forze armate libanesi. Lo scopo è quello di consentire loro di svolgere al meglio il controllo delle proprie acque territoriali e le proprie “acque di responsabilità” in modo che in un futuro non ci debba essere più bisogno di una presenza internazionale per un compito così importante per una nazione.

Ultimo aggiornamento: 6 novembre







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