A Roma ritorna il Pitigliani Kolno'a Festival, rassegna dedicata al cinema israeliano
Torna a Roma il Pitigliani Kolno’a Festival, unica rassegna cinematografica in Italia
dedicata al cinema israeliano e di argomento ebraico. Dal 2 al 6 novembre, con ingresso
gratuito, si potrà assistere a film e documentari, laboratori e incontri con registi
e protagonisti, alla Casa del Cinema fino al 5 novembre, e al Centro Ebraico Italiano
‘Il Pitigliani’ nella giornata conclusiva, mercoledì 6. Il servizio di Francesca
Sabatinelli:
Ottava edizione
di un festival grazie al quale in questi anni l’occhio dello spettatore italiano è
riuscito a guardare un po’ meglio, e forse anche a comprendere, la complessa realtà
israeliana. Il Kolno’a 2013 presenta 12 pellicole, meno degli altri anni, ma perché
frutto di una estrema selezione che porta alla Casa del Cinema di Roma, così come
al Pitigliani, soprattutto documentari. Ariela Piattelli, con Dan Muggia, è
direttore artistico del festival:
"Sicuramente, il documentario rappresenta
uno dei mezzi più interessanti a livello cinematografico per conoscere la realtà;
e noi, volendo appunto rappresentare la realtà israeliana, ci siamo concentrati su
una rosa di documentari che raccontano un po’ l’evoluzione, la prospettiva che c’è
in Israele su determinati temi e determinate tematiche".
In apertura,
sabato 2, ‘The Flat’, di Arnon Goldfinger, storia della famiglia del regista che,
fuggita in Israele dalla Germania, scopre gli stretti rapporti di amicizia, prima
e dopo la Shoah, tra i nonni, fuggiti dalla furia antisemita, e una famiglia tedesca,
forse persino nazista:
"E’ un tema molto importante, perché nel nostro immaginario
il rapporto del cinema con la Shoah, ma anche della società in generale, è assistere
ad un racconto sui campi di concentramento e sulla tragedia immane della Shoah. Mentre
in Israele si parla molto del rapporto che c’è tra le nuove generazioni e la Shoah,
quindi degli effetti che ha sulle nuove generazioni. Il cinema israeliano indaga perché
riconosce che ancora c’è una forte incidenza di questo evento che ha sconvolto il
mondo, e soprattutto la storia ebraica, sulle generazioni nuove".
Altri
titoli: ‘I Guardiani di Israele – The Gatekeepers’, di Dror Moreh, film discusso in
Israele per il racconto senza filtri di sei ex capi dello Shin Bet, i servizi segreti
israeliani. ‘Let’s Dance’ che racconta il grande successo della danza contemporanea
israeliana nel mondo grazie a interviste a celebri coreografi, materiale d’archivio
e video-danze. E poi ‘Children of the sun’, di Ran Tal, che parteciperà al Festival
per presentare due pellicole. Il film, visto in una precedente edizione del Kolno’a,
ripropone un aspetto caratteristico della vita in Israele, e forse anche un po’ sconosciuto:
la vita nel Novecento nei kibbutzim, le aziende agricole israeliane.
"Questa
è una rappresentazione che arriva fino alle estreme conseguenze: parla di alcuni kibbutz
degli anni Cinquanta dove non solo si viveva l’idea del socialismo, ma questa idea
investiva anche la vita e la natura umana. I bambini, sin da neonati, vivevano tutti
insieme, lontani dai genitori; i genitori vivevano nel kibbutz, potevano andare tutti
i giorni a trovare i loro figli, ma i figli crescevano tutti insieme, come in una
grande famiglia. Questa edizione si concentra sul cinema, quindi non ragioniamo più
soltanto con un criterio tematico, ma mostreremo i film di altissimo valore cinematografico
come appunto i documentari di Ran Tal che rappresentano lezioni sul cinema, che spiegano
come il cinema sia all’avanguardia in Israele pur avendo imparato la lezione del grande
cinema europeo".
Tutti i film sono in lingua originale sottotitolati, due
i documentari in lingua italiana, di Matteo Bellinelli e Ruggero Gabbai, entrambi
i registi presenti al Festival.