Testo integrale dell'omelia del Papa durante la Messa presso la tomba di Giovanni
Paolo II
Pubblichiamo il testo integrale dell'omelia di Papa Francesco durante la Messa celebrata
questa mattina nella Basilica di San Pietro presso l’altare dove è custodita la tomba
del Beato Giovanni Paolo II. Di seguito il testo:
In queste letture ci
sono due cose che colpiscono. Prima, la sicurezza di Paolo: “Nessuno può allontanarmi
dall’amore di Cristo”. Ma tanto amava il Signore - perché lo aveva visto, lo aveva
trovato, il Signore gli aveva cambiato la vita - tanto lo amava che diceva che nessuna
cosa poteva allontanarlo da Lui. Proprio questo amore del Signore era il centro, proprio
il centro della vita di Paolo. Nelle persecuzioni, nelle malattie, nei tradimenti,
ma, tutto quello che lui ha vissuto, tutte queste cose che gli sono accadute nella
sua vita, niente di questo ha potuto allontanarlo dall’amore di Cristo. Era il centro
proprio della sua vita, il riferimento: l’amore di Cristo. E senza l’amore di Cristo,
senza vivere di questo amore, riconoscerlo, nutrirci di quell’amore, non si può essere
cristiano: il cristiano, quello che si sente guardato dal Signore, con quello sguardo
tanto bello, amato dal Signore e amato sino alla fine. Sente... Il cristiano sente
che la sua vita è stata salvata per il sangue di Cristo. E questo fa l’amore: questo
rapporto d’amore. Quello è il primo che a me colpisce tanto. L’altra cosa che mi colpisce
è questa tristezza di Gesù, quando guarda Gerusalemme. “Ma tu, Gerusalemme, che non
hai capito l’amore”. Non ha capito la tenerezza di Dio, con quell’immagine tanto bella,
che dice Gesù. Non capire l’amore di Dio: il contrario di quello che sentiva Paolo.
Ma sì, Dio mi ama, Dio ci ama, ma è una cosa astratta, è una cosa che non mi tocca
il cuore ed io mi arrangio nella vita come posso. Non c’è fedeltà lì. E il pianto
del cuore di Gesù verso Gerusalemme è questo: “Gerusalemme, tu non sei fedele; tu
non ti sei lasciata amare; e tu ti sei affidata a tanti idoli, che ti promettevano
tutto, ti dicevano di darti tutto, poi ti hanno abbandonata”. Il cuore di Gesù, la
sofferenza dell’amore di Gesù: un amore non accettato, non ricevuto. Queste due icone
oggi: quella di Paolo che resta fedele fino alla fine all’amore di Gesù, di là trova
la forza per andare avanti, per sopportare tutto. Lui si sente debole, si sente peccatore,
ma ha la forza in quell’amore di Dio, in quell’incontro che ha avuto con Gesù Cristo.
Dall’altra parte, la città e il popolo infedele, non fedele, che non accetta l’amore
di Gesù, o peggio ancora, eh? Che vive quest’amore ma a metà: un po’ sì, un po’ no,
secondo le proprie convenienze. Guardiamo Paolo con il suo coraggio che viene da questo
amore, e guardiamo Gesù che piange su quella città, che non è fedele. Guardiamo la
fedeltà di Paolo e l’infedeltà di Gerusalemme e al centro guardiamo Gesù, il suo cuore,
che ci ama tanto. Che possiamo farcene? La domanda: io somiglio più a Paolo o a Gerusalemme?
Il mio amore a Dio è tanto forte come quello di Paolo o il mio cuore è un cuore tiepido
come quello di Gerusalemme? Il Signore, per intercessione del Beato Giovanni Paolo
II, ci aiuti a rispondere a questa domanda. Così sia!