Iraq, nuova strage. Mons. Sako: islam vuole il dialogo per ristabilire la pace
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riceve oggi a Washington il primo ministro
iracheno, Nuri al-Maliki, giunto alla Casa Bianca per cercare soluzioni alla più grave
escalation di violenza registratosi nel Paese dal 2008 con oltre settemila morti dall'inizio
dell'anno. Anche oggi la notizia di almeno 12 persone uccise in attentati condotti
tra Baghdad e il nord del Paese. Intanto, l’appello per la pace in Iraq, pronunciato
ieri da papa Francesco, ha suscitato apprezzamento proprio nel Paese del Golfo. Ricordiamo
che la Santa Sede ha annunciato l’istituzione di un Comitato permanente di dialogo
tra le comunità religiose irachene. Iniziativa, questa, che si affianca alla proposta
sciita di aprire un confronto tra le realtà del Paese. Marie Duhamel ne ha
parlato con Sua Beatitudine, Louis Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei:
"Veramente,
è la prima volta che in Iraq questa iniziativa del dialogo viene dai musulmani. Sono
loro che hanno chiesto di poter avere un dialogo con la Santa Sede. Il gruppo sciita
ha invitato anche alcune autorità sunnite e cristiane. Questa presa di coscienza verso
l’importanza del dialogo è molto importante: vuol dire che non c’è soluzione alla
crisi attraverso la violenza, la distruzione, la guerra, ma solo il dialogo. Un dialogo
equilibrato e capace di aiutare a vedere il bene comune, per realizzare la convivenza
tra tutta la comunità, nonostante le diverse appartenenze religiose o etniche differenti.
Bisogna rispettare tutti e tutti sono uguali davanti alla Costituzione. Tutti hanno
diritto di essere liberi e di essere rispettati. Penso che questi valori debbano essere
molto apprezzati".