2013-10-31 12:19:21

Il card. Koch all'assemblea del Cec in Corea del Sud: c'è grande nostalgia dell'unità


Prosegue a Busan, in Corea del Sud, la 10.ma Assemblea generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec) sul tema: ‘Dio della Vita, portaci alla giustizia e alla pace’. All’organismo sono associate oltre 300 Chiese e Comunità cristiane. La Chiesa cattolica, pur non essendo membro, collabora col Cec in vari modi. Papa Francesco, in un messaggio per l’occasione, ha ribadito “l’impegno della Chiesa cattolica a continuare la cooperazione di lunga data con il Consiglio”, chiedendo “a tutti coloro che seguono Cristo di intensificare la preghiera e la cooperazione a servizio del Vangelo”. Per un commento sul messaggio del Papa, Philippa Hitchen ha sentito il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, presente all’appuntamento di Busan:

R. – Der Heilige Vater hat natürlich alle begrüßt die hier teilnehmen und hat versprochen, …
Naturalmente, il Santo Padre ha salutato tutti i presenti ed ha promesso che la collaborazione con il Consiglio Ecumenico delle Chiese debba proseguire nello stesso modo serio come è stato finora, affermando che possiamo ulteriormente approfondire la collaborazione, ma anche che abbiamo bisogno di una nuova visione dell’ecumenismo e dell’unità. Poi ha fatto riferimento soprattutto al tema di questa assemblea plenaria “Dio della vita, portaci alla pace e alla giustizia” ed ha posto un accento particolare sul fatto che nella fede in Dio, nella fede cristiana in Dio è riposta la dignità della persona e che noi dobbiamo impegnarci per la vita delle persone, soprattutto dei più deboli e dei più poveri, dei poveri, dei giovani, degli anziani, dei rifugiati e dei migranti.

D. – E’ vero che non tutti vedono nell’ecumenismo una parte importante della missione della Chiesa. Cosa possiamo ritenere da questo incontro di Busan che possa aiutarci a convincere le persone che dobbiamo lavorare più intensamente per superare le divisioni?

R. – Ich glaube, wir haben in allen Kirchen und in allen Orten Leute die sich sehr …
Credo che in tutte le Chiese e in tutti i luoghi ci siano persone che si impegnano molto nel campo dell’ecumenismo e, dall'altra parte, persone indifferenti. Qui in Corea ho avuto incontri in cui ho percepito grande nostalgia e grande speranza verso una maggiore unità. Ovviamente, questi sentimenti nascono sul desiderio di questo popolo di poter diventare finalmente un unico popolo, tra Corea del Nord e Corea del Sud: la speranza è molto forte. Per questo sperano anche tantissimo che l’unità dei cristiani possa dare un forte contributo a questo processo di unificazione.

D. – Lei auspica una più ampia collaborazione tra la Chiesa cattolica e il Consiglio Ecumenico delle Chiese, forse un ruolo più esplicito nella formazione di questa visione sul cammino dell’unità?

R. – Ich glaube, wir sind auf einem guten Weg weil wir doch zwei Wege gehen, …
Credo che siamo su una buona strada: in realtà, percorriamo due vie, da molto tempo, ormai. In primo luogo, la collaborazione nel campo di “Faith and Order”, che si occupa sostanzialmente degli aspetti della teologia, della fede e della costituzione della Chiesa e che ha prodotto anche un noto documento sulla Chiesa. Poi, collaboriamo nella “Joint Working Group”, nel gruppo di lavoro comune: questo è un lavoro molto intenso tra il Consiglio Ecumenico delle Chiese e la Chiesa cattolica. Abbiamo rapporti molto buoni e cordiali con il segretario generale del Consiglio e spero che riusciremo a portare avanti e ad approfondire tutto questo nel futuro.







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