Ankara smentisce: i vescovi siriani rapiti non sono in Turchia
Il Ministero degli Esteri turco ha definito “infondate e fuorvianti” le illazioni
fatte circolare negli ultimi giorni secondo cui i due vescovi metropoliti di Aleppo
rapiti lo scorso aprile sarebbero tenuti sotto sequestro da militanti ceceni fuori
dalla Siria, in territorio turco, con la copertura dei servizi segreti di Ankara.
La secca smentita, rilanciata dalle agenzie turche e ripresa dall'agenzia Fides, si
riferisce alle voci di seconda mano rimbalzate da Mosca – e riprese da alcuni media
internazionali – dove la vicepresidente della Società Imperiale Ortodossa di Palestina
Elena Agapova aveva attribuito le ipotesi sulla sorte dei due vescovi rapiti al Gran
Mufti di Damasco Ahmad Badreddin Hassoun, che il 28 ottobre nella capitale russa aveva
incontrato i rappresentanti della Società Imperiale. Secondo la stampa turca, anche
i servizi segreti di Ankara starebbero lavorando per ottenere la liberazione dei due
vescovi siriani – il greco ortodosso Boulos al-Yazigi e il siro ortodosso Mar Gregorios
Yohanna Ibrahim – rapiti lo scorso 22 aprile, e il cui sequestro non è stato mai rivendicato
da nessuna delle sigle operanti sullo scenario del conflitto egiziano. La Società
Imperiale Ortodossa di Palestina, fondata nel 1882 dallo Zar Alessandro III anche
per rafforzare la presenza della Russia zarista in Medio Oriente, fu chiusa dopo la
Rivoluzione del 1917, ma dal 1992 è stata di nuovo registrata presso le autorità russe
con il suo nome storico. (R.P.)