Si è spento Alejandro Valladares, ex decano del Corpo Diplomatico presso la Santa
Sede
Si è spento martedì in un ospedale della città honduregna di Valle de Angeles, l'ex
ambasciatore dell’Honduras presso la Santa Sede ed ex decano del Corpo Diplomatico,
Alejandro Valladares. Il diplomatico si trovava nel suo Paese dallo scorso agosto.
Ieri mattina si è tenuta a Roma una Messa di suffragio nella Chiesa di Santa Maria
in Monserrato degli Spagnoli. Alejandro Valladares è stato anche ambasciatore presso
il Sovrano Ordine di Malta e dal 1997 è stato decano della Grula, Gruppo di ambasciatori
Latinoamericani. Dal 2000 è stato decano del Corpo Diplomatico accreditato presso
la Santa Sede e presso il Sovrano Militare Ordine di Malta. Tra le onorificenze ricevute:
Gran Nomina Cavaliere nell'Arte, ricevuta dall’Accademia Internazionale dei Diuscuri;
Gran Croce dell'Ordine "Pro Merito Melitensi” assegnato dal Principe e Gran Maestro
dell'Ordine di Malta nel 1993; Gran Croce dell'Ordine di Pio IX concessa da Sua Santità
Giovanni Paolo II nel 1993 e una medaglia particolare concessa da Papa Giovanni Paolo
II come un ringraziamento speciale a ciascuno degli otto ambasciatori che lo accompagnarono
nel difficile viaggio a Sarajevo. Ieri mattina nella celebrazione eucaristica c’erano,
oltre all’attuale ambasciatore del Paese presso la Santa Sede e la console del Honduras
presso Italia, il Corpo Diplomatico rappresentato da 50 Paesi e l’attuale decano del
Corpo Diplomatico nonché ambasciatore del Principato di Monaco, Jean-Claude Michele,
il quale – ai microfoni della Radio Vaticana – ha definito Alejandro Valladares “un
uomo di fede, di fede profonda. Quando ho saputo che era malato, mi ha detto che era
nelle mani del Signore. Quando è partito qualche mese fa, nel mese di agosto, ci siamo
salutati per l’ultima volta e gli ho detto: ‘Guarda che ci vediamo’. Mi ha guardato
con un sorriso e molto disteso mi ha detto: ‘No, penso di no! Non ritornerò più a
Roma!’. Si vede che sentiva che la sua fine era vicina. Ormai è in cielo e sono sicuro
che Dio lo ha preso nelle sue braccia”. (S.C.)