2013-10-30 13:59:26

Mongolia: il vescovo ringrazia per l’impegno missionario della Chiesa coreana


L’aiuto e la cooperazione missionaria garantiti dalla Chiesa coreana sono stati e sono tuttora decisivi per la crescita e la maturazione della piccola Chiesa in Mongolia: lo ha affermato il vescovo Wenceslao Padilla, prefetto apostolico di Ulaanbataar, visitando l'arcidiocesi di Seul. Come riferito all'agenzia Fides dall’ufficio comunicazioni della Chiesa locale, il vescovo ha sensibilizzato parrocchie e associazioni coreane, lanciando una raccolta fondi per sostenere le scuole cattoliche in Mongolia. Mons. Padilla, che ha iniziato il lavoro missionario in Mongolia nel 1992, ha raccontato: “Quando sono arrivato in Mongolia, 21 anni fa, non c'era nessuna chiesa e nessun cattolico. Abbiamo affrontato molte sfide, a partire dai problemi finanziari, fino alle differenze culturali e alle difficoltà linguistiche. Eravamo in un contesto in cui la religione cristiana era totalmente nuova e il credo più diffuso era il buddismo tibetano”. In un ventennio la Chiesa è cresciuta e si è radicata, la Chiesa mongola è piccola ma vivace e dinamica: “Vi è oggi grande speranza per la fioritura della fede cristiana in Mongolia: grazie alla collaborazione della popolazione locale ma anche dall’opera dei missionari e delle Chiese sorelle”, come la Chiesa coreana, che ha inviato costantemente negli anni, ha ricordato il vescovo, “sostegno finanziario e missionari”. Dal 2004, la Chiesa in Mongolia riceve sostegno finanziario da associazioni ecclesiali coreane come il “One Body One Spirit Movement”, da una Fondazione missionaria e dal “Catholic Medical Center” dell'arcidiocesi di Seul. I settori di cooperazione sono soprattutto l’istruzione e la sanità. (R.P.)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 303







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