Incontro della Chiesa Cattolica in Amazzonia. Padre Ceppi: necessario dialogo per
evitare devastazione
E' necessario il dialogo per evitare la distruzione dell’Amazzonia e in questo senso
è fondamentale il ruolo dei laici della regione. Questo il messaggio lanciato da padre
Luigi Ceppi, missionario italiano in Brasile ormai da lungo tempo, in occasione
del primo incontro della Chiesa Cattolica dell'Amazzonia, in corso a Manaus. Cristiane
Murray gli ha chiesto cosa si aspetti da questo importante appuntamento:
R. - Questo
incontro dovrebbe avere, per me, due livelli: dovrebbe fare un’analisi della situazione
e dare poi un giudizio etico. Allo stesso tempo, però, non possiamo scordarci di come
vivono le nostre popolazioni.
D. - Che ruolo possono avere i laici e la popolazione
dell'Amazzonia per uno sviluppo responsabile della loro terra?
R. - Abbiamo
laici che sono anche competenti per poter appoggiare iniziative che non distruggano
il passato, ma dando continuità al passato, possano favorire una vita piena per tutti.
Esistono, direi, due tipi di cittadinanza: c’è la cittadinanza passiva, che riduce
le sue manifestazioni solo per avere l’identificazione; c’è poi l’importanza di avere
una cittadinanza attiva che fa progetti e che poi i responsabili stanno portando avanti.
Noi dobbiamo scegliere il cammino del nostro progresso, senza dover subire quello
che pochi decidono in favore del grande capitale. I laici devono avere l’autonomia
di proporre alternative a tutti i progetti: altrimenti rimarremmo sempre sperando
o reagendo in maniera quasi manichea, come dice il Papa.
D. - Secondo lei,
come si può concretizzare questo intervento dei laici?
R. - Quando qualcuno
mi chiede un consiglio dico: “Dialogo, dialogo, dialogo!”. Dialogare anche con un
Dio che ci ama, ci protegge e soprattutto ci aiuta a costruire il Regno; ma anche
un dialogo con l’umanità. Per esempio riceviamo anche molti aiuti: ma che tipo di
aiuto? Alle volte io dico che la mancanza di rispetto è dovuta a progetti economici
che noi riceviamo. Poi, in ultimo, - e questo è essenziale - il dialogo con la “pacha
mama”, con la madre terra. Se riusciamo a dialogare e a vivere questa nuova fase,
questa nuova epoca con questi tre dialoghi, riusciremo a sbarrare questo processo
- che direi è distruttivo! - e dare inizio a uno spazio, che piano piano si costruisce,
dove quello che vale è dialogare, convivere con le differenti civilizzazioni. In Brasile,
per esempio, si dice: “Siamo brasiliani, ma rispettando le differenti culture, le
differenti razze”. Questo è quello che sta avvenendo, per la mobilità umana, anche
in Europa e negli Stati Uniti: quindi come convivere senza distruggersi e senza imporre
determinati livelli di vita.