Centrafrica: il Consiglio di sicurezza Onu approva l'invio di militari a Bangui
“Abbiamo dimenticato questa crisi da molto tempo e il crollo dell’ordine pubblico
e l’arrivo al potere dei gruppi armati ha reso la situazione nel Paese molto caotica”:
così John Ging, direttore delle operazioni dell’Ocha, l’ufficio dell’Onu per gli affari
umanitari, ha parlato al Consiglio di sicurezza che ha infine approvato l’invio di
militari in Repubblica Centrafricana, come proposto dal segretario generale Ban Ki-moon.
“Oltre la metà della popolazione del Paese ha bisogno di aiuti umanitari” ha insistito
Ging, sottolineando allo stesso tempo che “il problema prioritario” è la protezione
della popolazione civile, che ha sopportato “atrocità indescrittibili” dopo il rovesciamento,
a marzo, del presidente François Bozizé, per mano dei ribelli Séléka, oggi al potere
con un governo che non riesce a ristabilire la sicurezza a Bangui e in altre regioni,
in particolare quelle più instabili del nord-ovest. Ban Ki-Moon aveva proposto la
settimana scorsa il dispiegamento rapido di un contingente incaricato di riportare
l’ordine. In base alla risoluzione, 250 soldati, che non saranno ‘cashi blu’, saranno
dispiegati a Bangui; questa unità, che potrà essere rafforzata fino a 560 soldati
è già prevista in un’altra risoluzione del Consiglio di sicurezza approvata l’8 ottobre,
in merito alla quale l’organo esecutivo dell’Onu attendeva le raccomandazioni di Ban.
All’inizio del mese il Consiglio aveva deciso di rafforzare la Misca, la Missione
internazionale per la stabilizzazione del Centrafrica (Misca) dell’Unione Africana
(Ua), con la prospettiva di trasformarla, eventualmente, in missione di mantenimento
della pace. Costituita per ora da soli 1.400 uomini, la MIisca dovrebbe a pieno regime
dispiegare 3.600 uomini ma l’invio di nuove truppe è ostacolato dalla carenza di mezzi
finanziari e militari. (R.P.)