Arrestato in Egitto un leader dei Fratelli Musulmani. Si complica anche il processo
a Morsi
Si complica ulteriormente la situazione in Egitto. È stato infatti arrestato un altro
dirigente dei Fratelli Musulmani, mentre la fase di avvicinamento al processo per
incitamento alla violenza e all’omicidio nei confronti del deposto presidente Morsi
comincia con un colpo di scena. Al Cairo, intanto, proseguono le proteste degli universitari
contro la destituzione dello stesso Morsi. Ieri le forze di sicurezza hanno lanciato
lacrimogeni e sparato munizioni a salve per disperdere i manifestanti. Il servizio
di Giada Aquilino:
E’ Essam El-Erian
l’ultimo degli alti dirigenti della Fratellanza Musulmana ad essere arrestato al Cairo.
Dal 3 luglio scorso, quando l’esercito - sotto la spinta delle proteste di piazza
- ha deposto il presidente Mohamed Morsi, diversi leader del movimento sono stati
arrestati con l’accusa di incitamento alla violenza. Almeno mille persone sono morte
a seguito degli scontri scoppiati subito dopo. Il 4 novembre dovrebbe intanto partire
il processo - sempre per incitamento alla violenza e all’omicidio - nei confronti
del deposto presidente e di alcuni suoi fedelissimi, ma i tre giudici incaricati hanno
deciso di auto-ricusarsi, rinunciando a processare la guida suprema della Fratellanza
Mohamed Badie, i suoi vice Khairat el Shater e Rashad Bayoumi e altri tre alti dirigenti.
I magistrati hanno detto di essere a disagio nel proseguire l'esame del procedimento,
probabilmente perché gli imputati non sono mai comparsi in aula. Non è chiaro se la
decisione potrà costituire un precedente per il caso di Morsi, accusato con altre
14 persone di avere incitato all'uccisione di manifestanti durante le proteste al
palazzo presidenziale il 5 dicembre dell’anno scorso. Secondo l'accusa furono chiamate
in campo le cosiddette milizie della Fratellanza per disperdere i dimostranti, visto
il rifiuto delle forze dell'ordine ad intervenire.